Dalla Chiesa
Papa Francesco in Estonia. Marge-Marie Paas: “C’è uno speciale clima spirituale di attesa mai visto”
Sarà l’Estonia l’ultima tappa del viaggio di Papa Francesco nei Paesi baltici. Lì vivono 5,5mila cattolici, su 1,3 milioni di abitanti, una decina le parrocchie in tutto il Paese, qualche cappella, uno solo il sacerdote di origini estoni, che oggi ha più di 90 anni, tutti gli altri 14 stranieri.
Marge-Marie Paas, responsabile per i rapporti con i media per l’Amministrazione apostolica estone, al Sir dice, però, che si attendono 10mila persone per la messa a Tallinn, dove il Papa trascorrerà la giornata del 25 settembre: “Ci saranno luterani e altri ospiti. C’è grande interesse per l’incontro con il Papa dalla Finlandia e dalla Svezia e gruppi di giovani cattolici arriveranno da San Pietroburgo per l’appuntamento speciale del Papa con i giovani e poi per la messa”. Questi due infatti gli eventi centrali del programma: il primo si svolgerà al mattino, in una chiesa luterana, che è più grande della “piccolissima” cattedrale cattolica; la messa al pomeriggio sarà sulla piazza centrale di Tallinn.
Il programma. Nel programma della giornata, dopo l’arrivo all’aeroporto, c’è l’incontro con la presidente della Repubblica Kersti Kaljulaid nel Palazzo presidenziale e poi nel Giardino delle rose un ricevimento con gli intellettuali, gli scienziati, gli artisti del Paese. Poiché la visita del Papa è anche visita di Stato, questa parte del programma è definita dal presidente – spiega Paas – e “come Chiesa abbiamo però chiesto che vi possano partecipare non solo le grandi personalità, ma anche coloro che lavorano nelle università e nell’accademia”. Dopo gli intellettuali, il Papa incontrerà i giovani: questo momento “avrà i tratti di una di grande festa, sarà gioioso. Ci saranno testimonianze di giovani estoni cattolici e luterani, ma anche di russi ortodossi e di giovani che non credono in Dio”. È un appuntamento ecumenico che guarda al sinodo di ottobre: Papa Francesco ascolterà i giovani in ogni tappa del suo viaggio baltico.
Don Pedro Cervio responsabile di questo momento, sta anche organizzando la sera prima, una veglia di preghiera in cattedrale per i giovani, per prepararsi all’incontro con il Papa. Prima di celebrare la Messa, nel pomeriggio, il Papa andrà nella cattedrale di San Pietro e Paolo per incontrare i poveri.
“Abbiamo quattro suore Missionarie della carità, le suore di Madre Teresa, e pensavamo che il Papa andasse a incontrarle nel luogo dove lavorano, ma è troppo piccolo e allora le suore, con alcune delle famiglie povere che accompagnano verranno in cattedrale a incontrare il Papa”.
La tappa in cattedrale sarà occasione anche per far sostare il Papa di fronte a un quadro che ritrae il servo di Dio Eduard Gottlieb Profittlich (1890-1942), un vescovo tedesco, gesuita, che lavorava in Estonia, deportato in Siberia nel 1941 e ucciso. “Non abbiamo nessun santo in Estonia ed è importantissimo che il Santo Padre sappia e veda il quadro del Servo di Dio perché ci sostenga nel processo di beatificazione che è in corso”, spiega Paas: “Si sta concludendo la fase diocesana e in autunno tutti i documenti raccolti saranno portati alla Congregazione per le cause dei Santi”. Dopo la Messa all’aperto, il Papa ripartirà per rientrare a Roma.
L’organizzazione. La preparazione della tappa estone del viaggio papale è quindi sulle spalle di uno sparuto gruppo di lavoro: “È una sfida riuscire a organizzare tutto”. A tenere le fila è il vescovo Philippe Jourdan, amministratore apostolico dell’Estonia, origini francesi e “grande autorevolezza, anche nei media”. C’è poi Helle-Helena Puusepp che si occupa della logistica e tiene i contatti con il ministero degli Esteri e la nunziatura a Vilnius. Marge si occupa dei rapporti con i media e la stampa, con altre otto persone volontarie: la cosa più complessa è organizzare e coordinare le televisioni,
“spiegare chi è il Santo Padre, che cosa è la Santa Sede, chi sono i cattolici in Estonia: perché siamo un Paese secolarizzato e nessuno sa bene”. Un sacerdote, don Wodzisław Szczepanik, è responsabile per la santa Messa.
L’attesa. “Si parla tanto dell’arrivo del Papa in Estonia e c’è un clima molto spirituale”, racconta Marge. “Per esempio a Tallinn nella piccola parrocchia dei santi Pietro e Paolo, che è la cattedrale, ogni domenica si ritrovano circa cinquecento cattolici per la messa: c’è uno speciale clima spirituale di attesa che non ho mai visto”.
La Chiesa cattolica qui, a differenza di quella dei Paesi nordici, è formata per la stragrande maggioranza da estoni. Ci sono anche due comunità, una polacca e una russa. Ogni anno, sono circa 20-25 le conversioni e i nuovi ingressi nella Chiesa, per la maggior parte provenienti dalla Chiesa luterana. Il grande interesse per la visita del Papa coinvolge anche la Finlandia, divisa da un braccio di mare di 90 km:
“Siamo stati quasi cinquant’anni sotto l’Unione sovietica e questo ci accomuna, anche se poi abbiamo tratti molto diversi come popolo ma anche come Chiese”. Gruppi di pellegrini, soprattutto giovani, si stanno organizzando per arrivare in traghetto da Helsinki. C’è l’attesa che il Papa porti “amore, grandissimo amore. Ho visto tante volte come il Santo Padre sorride e vorrei vedere lo stesso sorriso sui volti delle persone che verranno a incontrare il Santo Padre. Abbiamo tantissimo bisogno di questo sorriso in Estonia”, spiega Marge-Marie. “A noi manca la spiritualità, non siamo consapevoli di cosa abbiamo nel cuore, lo dobbiamo svegliare, perché tutto ruota attorno a ciò che è materiale, al successo, allo sviluppo, al primeggiare. Dobbiamo capire che cosa c’è nel cuore, purificarlo con il sorriso”.
“Svegliati mio cuore”, l’inizio di una canzone molto nota in Estonia, è infatti il motto di questo incontro con il Papa. Questo vale, secondo Marge-Marie “tanto più per i giovani: quando il Papa era in Brasile i giovani lo acclamavano ed erano felici, pieni di energia. Io ho paura che in Estonia, tutti saranno seduti e composti e lo saluteranno con un piccolo movimento della mano. Non sono così aperti. Forse dipende anche dal fatto che nel nostro Paese per tanti mesi c’è poca luce!”.
“Essere semplici e aperti: questo spero che il Papa lasci nel nostro Paese con la sua visita”.