Dalla Chiesa
Papa Francesco: “In questa tragica guerra alcuni pensano alle armi nucleari, una pazzia”
“Il Kazakhstan ha fatto scelte molto positive, come quella di dire ‘no’ alle armi nucleari e quella di buone politiche energetiche e ambientali. In questo è stato coraggioso. In un momento in cui questa tragica guerra ci porta a che alcuni pensino alle armi nucleari, quella pazzia!, questo Paese ha detto ‘no’ alle armi nucleari”. A sottolinearlo è papa Francesco, durante l’udienza generale di questa mattina in piazza San Pietro, dedicata al suo recente viaggio nel Paese asiatico in occasione del settimo Congresso dei leaders delle religioni mondiali e tradizionali.
“Oltre al Congresso – ha proseguito – questo viaggio mi ha dato modo di incontrare le Autorità del Kazakhstan e la Chiesa che vive in quella terra”. Di qui il richiamo all’incontro con il presidente della Repubblica e il discorso rivolto ai governanti, ai rappresentanti della società civile e al corpo diplomatico. “Ho messo in risalto la vocazione del Kazakhstan ad essere Paese dell’incontro – ha ricordato il Pontefice -. In esso, infatti, convivono circa centocinquanta gruppi etnici e si parlano più di ottanta lingue. Questa vocazione, che è dovuta alle sue caratteristiche geografiche e alla sua storia, è stata accolta e abbracciata come un cammino, che merita di essere incoraggiato e sostenuto. Come pure ho auspicato che possa proseguire la costruzione di una democrazia sempre più matura, in grado di rispondere effettivamente alle esigenze dell’intera società”.
Al termine dell’udienza generale, prima dei saluti in lingua italiana, papa Francesco ha rivolto ancora una volta il pensiero alla “martoriata Ucraina”.
“Vorrei fare presente una terribile situazione della martoriata Ucraina – ha detto a braccio -. Il cardinale Krajewski è andato lì per la quarta volta. Ieri mi ha telefonato e sta prendendo tempo, lì, aiutando nella zona di Odessa e nelle vicinanze. Mi ha raccontato il dolore di questo popolo, le malvagità, le mostruosità, i cadaveri torturati che trovano. Uniamoci a questo popolo così nobile e martire”, l’esortazione del Papa.