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Papa Francesco: “In Terra Santa non è guerra, è terrorismo”
La notizia è arrivata nella notte: il governo di Benjamin Netanyahu ha approvato l’intesa sugli ostaggi della guerra tra Israele e Hamas, mediata da Qatar, Egitto e Stati Uniti. Si tratta del primo risultato diplomatico dallo scoppio della guerra avvenuto il 7 ottobre scorso.
Ci sono volute diverse ore di riunione, sotto la presidenza del premier israeliano, tra gabinetto di guerra, consiglio di sicurezza e governo, per arrivare al via libera all’accordo con Hamas che prevede il rilascio di 50 ostaggi tutti israeliani o con doppia nazionalità – 30 minori con 8 madri e altre 12 donne – in cambio di quattro giorni di tregua militare e della scarcerazione di 150 palestinesi (1 israeliano per 3 palestinesi), in gran parte donne e minori, che non scontano condanne per terrorismo. A riguardo il ministero della Giustizia israeliano ha pubblicato un elenco di 300 detenuti palestinesi che potrebbero essere rilasciati. La consegna dovrebbe avvenire a partire da domani, 12-13 ostaggi al giorno, fino alla liberazione di tutti gli ostaggi. Un’ulteriore liberazione di altri ostaggi – Hamas e Jihad islamica ne detengono almeno 240 – potrebbe portare all’estensione della tregua. Nel quadro dell’accordo anche l’arrivo a Gaza, via Egitto, di 300 camion di aiuti umanitari.
Soddisfazione per questo primo risultato diplomatico arriva anche dal Patriarcato latino di Gerusalemme. In una breve dichiarazione resa al Sir, il cardinale Pierbattista Pizzaballa afferma: “Siamo contenti della notizia e ci auguriamo che questo porti ad un ulteriore sviluppo positivo che si arrivi ad una conclusione del conflitto”.
“Di buona notizia” parla al Sir anche il custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, per il quale “l’intesa tra Hamas e Israele va nella direzione di quanto papa Francesco chiede da molte settimane. Speriamo che davvero questa tregua possa ora servire alla liberazione degli ostaggi da un lato e dall’altro dare respiro e sollievo alla popolazione civile di Gaza perché non rimanga schiacciata dal conflitto in corso”.
“Non dimentichiamo di perseverare nella preghiera per quanti soffrono a causa delle guerre in tante parti del mondo, specialmente per le care popolazioni dell’Ucraina, la martoriata Ucraina, di Israele e della Palestina”. È l’appello del Papa al termine dell’udienza di oggi in piazza San Pietro, durante i saluti ai fedeli di lingua italiana. “Questa mattina ho ricevuto due delegazioni, una di israeliani che hanno parenti con ostaggi a Gaza e un’altra di palestinesi che hanno dei parenti prigionieri in Israele”, ha rivelato Francesco ai fedeli. “Loro soffrono tanto”, ha proseguito: “E ho sentito come soffrono ambedue”.
“Le guerre fanno questo, ma qui siamo andati oltre le guerre”, la denuncia del Papa: “Questo non è guerra, è terrorismo”. “Per favore, andiamo avanti per la pace, pregate tanto per la pace”, l’invito ai fedeli: “Che il Signore metta mano lì, che il Signore ci aiuti a risolvere i problemi e a non andare avanti con le passioni che alla fine uccidono tutti. Preghiamo per il popolo palestinese, preghiamo per il popolo israeliano, perché venga la pace”.