Dalla Chiesa
Papa in Slovacchia, ai giovani: “Non si vive seduti in panchina”
“Non facciamo passare i giorni della vita come una telenovela. Non date ascolto a chi vi parla di sogni e invece vi vende illusioni: sono manipolatori di felicità”. È il doppio consiglio del Papa ai giovani slovacchi, incontrati oggi nello Stadio Lokomotiva di Kosice.
“Quando sognate l’amore, non credete agli effetti speciali, ma che ognuno di voi è speciale”, la raccomandazione di Francesco. “Ognuno è un dono e può fare della vita un dono. Gli altri, la società, i poveri vi aspettano. Sognate una bellezza che vada oltre l’apparenza, al di là delle tendenze della moda. Sognate senza paura di formare una famiglia, di generare ed educare dei figli, di passare una vita condividendo tutto con un’altra persona, senza vergognarsi delle proprie fragilità, perché c’è lui, o lei, che le accoglie e le ama, che ti ama così come sei. I sogni che abbiamo ci dicono la vita che desideriamo. I grandi sogni non sono l’auto potente, il vestito alla moda o la vacanza trasgressiva. Siamo stati creati per una gioia più grande: ciascuno di noi è unico ed è al mondo per sentirsi amato nella sua unicità e per amare gli altri come nessuno può fare al posto suo”.
“Non si vive seduti in panchina a fare la riserva di qualcun altro”, ha spiegato il Papa. “No, ciascuno è unico agli occhi di Dio. Non lasciatevi omologare: non siamo fatti in serie, siamo unici e liberi, e siamo al mondo per vivere una storia d’amore con Dio, per abbracciare l’audacia di scelte forti, per avventurarci nel rischio meraviglioso di amare”.
Poco prima il Pontefice, incontrando la comunità Rom al Lunik IX di Kosice ha sottolineato che il futuro “appartiene ai bambini”, ribadendo che “sono loro a orientarci”. Ha proseguito Francesco: “I loro grandi sogni non possono infrangersi contro le nostre barriere. Essi vogliono crescere insieme agli altri, senza ostacoli e preclusioni. Meritano una vita integrata e libera. Sono loro a motivare scelte lungimiranti, che non ricercano il consenso immediato, ma guardano all’avvenire di tutti. Per i figli vanno fatte scelte coraggiose: per la loro dignità, per la loro educazione, perché crescano ben radicati nelle loro origini ma al tempo stesso senza vedere preclusa ogni possibilità”.