Diocesi
Passaggio di pastorale, il vescovo Douglas al nuovo vescovo: “È giunto il giorno tanto atteso”
Monsignor Regattieri: "Desideriamo aprire le porte dei nostri cuori così che tu ti possa sentire a casa"

Cattedrale gremita per la Messa solenne di inizio del ministero del nuovo vescovo, l’arcivescovo Antonio Giuseppe Caiazzo. Prima del passaggio del pastorale, il vescovo uscente Douglas Regattieri si rivolge al suo successore con parole di accoglienza e gratitudine.
Di seguito, il testo integrale.
“Momento storico”
Saluto tutti voi, fratelli e sorelle, del popolo santo di Dio in Cesena-Sarsina; oggi viviamo un momento storico della nostra storia locale. Do il benvenuto a sua eccellenza il signor prefetto Rinaldo Argentieri, alle autorità militari della Diocesi, della Provincia e della Regione, al signor sindaco di Cesena e, insieme a lui, ai sindaci dei comuni della Diocesi. Il pensiero poi va ai malati, agli anziani e a quanti non sono potuti essere qui con noi, stasera. Ma per fortuna i nuovi mezzi della tecnologia permettono che almeno essi assistano da casa a questa solenne cerimonia.
“Giorno tanto atteso
Cara Eccellenza, mi rivolgo ora a te; è giunto il giorno tanto atteso, da quel 7 gennaio scorso in cui sotto le austere arcate di questa nostra Basilica è risuonato per la prima volta il tuo nome come vescovo eletto di Cesena-Sarsina; giorno tanto atteso per noi, per la comunità diocesana che vede in te un nuovo anello che si aggiunge alla catena della successione apostolica. Siamo infatti convinti e crediamo – come afferma il Concilio – che “la missione affidata da Cristo agli apostoli durerà fino alla fine dei secoli. Per questo gli apostoli ebbero cura di istituire dei successori e in seguito diedero disposizione che dopo la loro morte altri uomini subentrassero al loro posto” (Lumen gentium, 10). Noi ti ringraziamo per aver detto “subito” di sì alla chiamata del Signore. Non hai esitato, come è nel tuo stile, a dare la tua risposta, pronta e generosa. Grazie!

“Porte dei cuori aperte”
In questo anno giubilare, che la Provvidenza ci concede di vivere – una potente e incredibile occasione di conversione per tutti i credenti – si sono aperte nelle basiliche papali le porte della misericordia di Dio. Noi non abbiamo aperto porte materiali, ma oggi, accogliendoti tra di noi, desideriamo aprire le porte dei nostri cuori così che tu ti possa sentire a casa, come fu per te un tempo Isola di Capo Rizzuto, Crotone e, poi Matera con anche Tricarico.
Si aprono davanti a te le porte dei cuori dei nostri presbiteri che, in ragione della loro partecipazione nel sacerdozio e nel lavoro apostolico del vescovo, riconoscono in lui il loro padre e gli obbediscano con rispettoso amore (Cfr Lumen gentium, 28).
Si aprono davanti a te le porte dei cuori dei diaconi che nella «diaconia» della liturgia, della predicazione e della carità servono il popolo di Dio, in comunione con te e con il presbiterio diocesano (Cfr Lumen gentium, 29).
Si aprono davanti a te le porte dei cuori dei consacrati e delle consacrate che “con la ricchezza dei loro carismi danno uno specifico contributo, perché la Chiesa realizzi sempre più profondamente la sua natura di sacramento «dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano»” (Vita consacrata, 46).
Si aprono davanti a te le porte dei cuori dei fedeli laici; li troverai attenti a mai chiudersi in se stessi, isolandosi spiritualmente dalla comunità, ma a vivere in un continuo scambio con gli altri, con un vivo senso di fraternità, nella gioia di una uguale dignità e nell’impegno di far fruttificare insieme l’immenso tesoro ricevuto in eredità (Cfr Christifideles laici, 20).
Si aprono davanti a te le porte dei cuori del territorio: sì, anche il nostro territorio ha un cuore: pulsa di vitalità imprenditoriale, di freschezza, di creatività, di gioiosità tipica della gente romagnola, che neanche una recente devastante alluvione è stata capace di mettere in ginocchio.
Poco fa hai ricevuto il saluto e l’omaggio delle Autorità e delle Istituzioni civili; nella cornice della suggestiva piazza del Popolo, il loro cuore si è aperto a te per essere a servizio della vocazione personale e sociale di quegli uomini e quelle donne che entrambi – Chiesa e Comunità politica – intendono servire (Cfr Gaudium et spes, 76).
Si aprono davanti a te, infine, le porte dei cuori di questa Città che fu grembo materno – tra gli altri – ai grandi Gianangelo Braschi e Barnaba Gregorio Chiaramonti, saliti – per divina disposizione – al soglio pontificio coi nomi di Pio VI e Pio VII, disponendo così che due illustri cesenati guidassero la santa Chiesa di Dio per circa mezzo secolo. Questa città vanta un patrimonio culturale umanistico, artistico e storico di eccezionale rilevanza; ne è testimone quel monumento unico che è la sua biblioteca, dichiarata dall’Unesco Memoria del mondo, la Biblioteca Malatestiana, che attende di essere da te visitata; questa Città ti apre le sue porte e ti accoglie con gioiosa trepidazione.
“Due anelli della medesima catena”
Infine ti esprimo un augurio. Nella sua biografia, recentemente pubblicata, papa Francesco ha scritto: “I vescovi devono essere uomini capaci di sostenere con pazienza i passi di Dio nel suo popolo in modo che nessuno rimanga indietro, ma anche di accompagnare il popolo, il gregge, che ha il fiuto di trovare sentieri nuovi” (Papa Francesco, Spera, p. 226). È questo il nostro augurio; siamo certi che resterai fedele a questo mandato, anche perché vigila su questo tuo impegno il motto paolino che hai preso a guida: Omnium me servum feci (1Cor 9,19), motto che si pone in continuità con l’altro, sempre di stampo paolino, a me molto caro: Omnibus omnia factus sum (1Cor 9, 22). Per ritornare all’immagine da cui sono partito, due motti, questi, che sono come due anelli della medesima catena, agganciati tra loro dall’amore fraterno, dall’unica fede in Dio e dalla speranza che non delude, che è Lui, il Cristo Signore.
La Vergine della Bruna prima, e ora, la Madonna del Popolo, vigilino su di te e sul tuo ministero.
