Per l’8 marzo attenzione alla caricatura della donna

Caro direttore, leggendo il programma di iniziative promosso dall’amministrazione comunale e da una serie di associazioni per la ricorrenza dell’8 marzo 2024 emerge chiaramente come l’interazione con l’universo femminile non sia affatto corale ma si limiti a relazionarsi con una sola parte di esso.

Una parte che si è in qualche modo appropriata della ricorrenza offrendo in più occasioni una caricatura generalizzata della donna in cui solo una parte limitata dell’universo femminile può riconoscersi.

Il tanto cammino fatto dagli albori della lotta per conquistare diritti fondamentali non ci consente di perdere di vista la strada ancora da percorrere.

Si è perso di vista il punto nodale della discussione, ovvero il riconoscimento e la valorizzazione della donna per ciò che è, per la sua insostituibile differenza che deve andare di pari passo all’uguaglianza di diritti e doveri con l’uomo.

Le donne sono sempre più soggetto attivo della società, in ogni ruolo, ma esistono ancora oggettive disparità e minori opportunità che le penalizzano sul piano sociale e familiare.

Come donne impegnate nel sociale ci poniamo il problema del rifiuto da parte di alcuni gruppi femministi rispetto allo speciale rapporto che la donna ha con la vita umana e la maternità sia dal punto di vista personale che della società.

E, da questa constatazione, nasce anche un ragionamento su diritti umani confliggenti e quali, fra questi, possano essere considerati prioritari.

Ci riferiamo, in particolare, al ‘diritto di abortire’ che si scontra inevitabilmente con il ‘diritto alla vita’ dell’essere umano fin dal suo concepimento.

Nonostante il dibattito sia aperto dalla promulgazione della legge 194 del 1978, paradossalmente manca ancora una seria riflessione che abbracci tutte le donne.

Purtroppo ci troviamo di fronte a una nuova battaglia culturale che punta ad annullare le naturali e arricchenti diversità fra uomo e donna.

Su questo tema anche papa Francesco è stato chiarissimo: “il pericolo più brutto è l’ideologia del gender che annulla le differenze… cancellare la differenza è cancellare l’umanità. Uomo e donna, invece, stanno in una feconda tensione”.

Dunque, tornando al programma di iniziative cesenati ‘marzo delle donne 2024’ non si può non evidenziarne l’unilateralismo: l’intera narrazione riguarda e coinvolge un’esigua parte dell’universo femminile.

Non si parla di famiglia e di natalità, di vivere fino in fondo la propria femminilità, di sostegno alla maternità senza perdere di vista il ruolo della donna nella società, del superamento di degli stereotipi che considerano un disvalore la scelta della maternità e della vita familiare.

Manca l’aggancio con la realtà, con la vita quotidiana, con le differenze e la pluralità delle idee, con la maggioranza della nostra comunità.

 

Un gruppo di donne impegnate nel sociale (seguono alcune firme) di Cesena