Piccola galleria d’arte rianima Case Frini

Una piccola galleria d’arte naïf alla pari dei grandi mosaici e monumenti di Ravenna. Venerdì 31 marzo l’Unitre (Università delle tre età) di Lodi ha proposto ai suoi iscritti una gita alla città di Ravenna e all’Officina dell’arte di Cesena. Cinquanta i partecipanti.

L’Officina dell’arte sorge in via Madonnina 50, in località Case Frini, grazie all’impegno di Angelo Fusconi, cesenate trapiantato in Lombardia, dove ha diretto una multinazionale farmaceutica. Di recente, Fusconi ha trasformato l’officina per la lavorazione del ferro, aperta dal babbo Urbano e dallo zio Amedeo nel 1955, in uno spazio espositivo.

Nell’officina di Case Frini, in decenni di attività, sono stati prodotti manufatti in ferro per innumerevoli case ed edifici del cesenate. Negli ultimi anni della loro vita, Urbano e Amedeo Fusconi si sono dedicati alla creazione di opere in ferro battuto: crocefissi, animali, profili di cose e di persone, forme di fantasia.

«Nel 2019 – ricorda Angelo Fusconi – mi sono adoperato affinché questo spazio di oltre cento metri quadri diventasse una sorta di museo della memoria dedicato al lavoro di mio padre e di mio zio. Nei fine settimana ho poi iniziato a ospitare le opere degli artisti dilettanti del quartiere: Nazario e Marino Bianchi, Gastone Manzi e Pino Romano. È stata la prima attività che ha rivitalizzato il nostro borgo, “morto” con la realizzazione della Secante».

Fusconi non si è fermato qui. «Ho ritenuto di allargare lo sguardo alla Cesena artistica – dice – cominciando dagli artisti del Quartiere Fiorenzuola, in modo particolare Luciano Navacchia e Adriano Maraldi. Poi ho cercato di far entrare nell’officina opere di artisti che hanno animato la realtà cittadina nell’immediato dopoguerra: Alberto Sughi, Giovanni Cappelli, Luciano Caldari, Osvaldo Piraccini, Obes Gazza, Gaudio Serra, Italo Riciputi, Mario Bocchini, Ilario Fioravanti».

E non è tutto: «Mi sono poi impegnato nella ricerca di opere che documentassero alcuni dei pittori della prima generazione del Novecento, come Paolo Grilli, Fortunato Teodorani, Giordano Severi, Alessandro Bagioli, Giannetto Malmerendi, Ettore Bocchini. E infine ho cercato di inserire opere di autori, eredi della tradizione figurativa cesenate o sperimentatori, tuttora in attività, tra cui Ugo Pasini, Gino Balena, Leonardo Lucchi, Massimo Pulini, Alice Tamburini. È così iniziato un lavoro di adeguamento ambientale, con le dotazioni minime di arredamento (faretti, tappeti, allarmi), sufficienti a fare dell’officina uno spazio espositivo professionale, senza compromettere la sua componente di archeologia industriale».

Circa duecento le opere che si possono ammirare, suddivise in tre sezioni cronologiche che vanno dall’inizio del Novecento alla contemporaneità. Una delle pareti ospita una nutrita collezione di raffigurazioni della Basilica del Monte.

Ma non solo. L’Officina è anche location di eventi. «Organizzo “Memorial day” con gli eredi degli artisti del territorio – dice Fusconi -. Portano opere poco note al grande pubblico e le racconto. Un altro progetto è “Arte da collezione”, con i collezionisti cesenati che condividono con il pubblico i loro “tesori”. Do poi la possibilità a giovani artisti di farsi conoscere e offro lo spazio per presentazioni di libri legati alle arti. Tutta l’attività è documentata in pubblicazioni e cataloghi».

Non mancano le collaborazioni con altre realtà culturali del territorio: Amici del Monte, Amici dell’Arte, Adarc. «Il collezionista è spesso geloso delle opere che ha in casa. In Officina solletichiamo il suo orgoglio e offriamo la possibilità di mettere in circolo cultura e di interfacciarsi con altri appassionati».

L’Officina dell’arte è aperta nei fine settimana. Bisogna concordare la visita chiamando il numero 338 8501051.