Piove sempre meno. “Avremo più fenomeni estremi”, dice l’esperto

La diga di Ridracoli, il “serbatoio” della Romagna, al 31 luglio 2021 ha registrato scorte idriche nella media. Ma ciò non toglie che l’acqua potabile non vada sprecata. In data 6 agosto i metri cubi presenti erano 22,5 milioni, nella media degli ultimi 4 anni. Solo nel 2019 al 31 luglio l’acqua presente nella diga era di più, quasi 25 milioni di metri cubi. In questo periodo la diga sta decrescendo di circa 20 centimetri al giorno.

Il problema per tutta la Romagna sta nella mancanza di pioggia che va avanti ormai da diversi mesi. Per gli agricoltori già nel mese di aprile i costi di produzione hanno cominciato ad aumentare, a causa delle spese per l’irrigazione di ortaggi e frutteti.

Cosa dice l’esperto

Il meteorologo romagnolo Pierluigi Randi ha stilato una classifica degli ultimi anni: “Le estati più secche del nuovo millennio in Romagna sono state quella del 2012 (anomalia -72%), 2017 (-62%) e 2003 (-61%). Quella attuale (giugno-luglio) è al -61,2%. L’estate 2021, pur mancando ancora buona parte di agosto, rischia di posizionarsi sul podio in tema di mancanza di piogge. Ad ogni modo negli ultimi anni assistiamo sempre più di frequente a fenomeni estremi, con nubifragi e grandine di grosse dimensioni. Anche 50 o 100 anni fa si verificavano piogge intense o grandinate devastanti, ma con bassa frequenza, magari a distanza di 15 o 20 anni. Oggi assistiamo a disastri quasi ogni anno”.

In altre parole, ormai piove poco e male, perché 40 millimetri di pioggia in mezzora (è capitato anche di recente) non servono quasi a nulla, mentre sarebbero una benedizione se cadessero nell’arco di più ore. 

Siccità e agricoltura

La Regione ha stilato un regolamento a semaforo per gli attingimenti dai corsi d’acqua, e l’aggiornamento del 5 agosto presenta in Romagna solo colore rosso o giallo, cioè attingimento vietato oppure permesso con limitazioni e solo in certi orari. Una delle coltivazioni più esigenti in fatto di acqua è il kiwi, a cui serve irrigazione proprio nel periodo estivo, per cui quegli agricoltori che attingono dai fiumi per irrigare l’actinidia dovrebbero ripensare totalmente cosa coltivare.

Più attenzione nella gestione idrica

Molto importante è la gestione quotidiana, perché l’acqua potabile non è inesauribile. In periodi di siccità prolungata come l’attuale, vi sono ordinanze comunali (che variano da Comune a Comune), che vietano di irrigare prati e giardini, lavare le auto e qualsiasi altro uso non indispensabile, non solo con l’acqua potabile dell’acquedotto, ma anche con i prelievi da pozzi.

Le nuove abitazioni costruite con criteri attenti all’ambiente prevedono un sistema di raccolta delle acque piovane dai tetti, tramite le grondaie, che si accumulano in cisterne sotterranee. Nel nord d’Europa è una prassi consolidata (nonostante abbiamo meno problemi di siccità), mentre in Italia da pochissimo tempo c’è un’attenzione al riguardo. Nei Paesi Bassi, ad esempio, l’acqua piovana accumulata viene utilizzata per irrigare il giardino e per il lavaggio delle automobili o per qualsiasi altro uso dove non serva l’acqua potabile.

Anche in Romagna, alcune aziende agricole più attente convergono tutte le grondaie dei magazzini e ricoveri macchine attrezzi in laghetti, in modo da avere scorte d’acqua per l’estate.

“C’è il rischio che in futuro – avverte Randi – piova sempre meno. Oppure che i millimetri annuali siano più o meno gli stessi ma, cadendo in un lasso di tempo molto minore, siano molto meno efficaci e finiscano per lo più in mare. Per questo occorre pensare già ora a politiche di gestione oculata della risorsa idrica, per accumularla durante i periodi di precipitazioni e utilizzarla successivamente”.