Cesena
Piscine aperte e corsi affollati. Nessun rimborso per chi non si presenta
Potrei, ma non voglio: è il caso di dirlo per alcuni gestori, come quello della piscina comunale di Cesena che, pur non essendo obbligato a sospendere le attività per il Coronavirus, ha mantenuto attivi i corsi di nuoto già pagati dall’utenza. L’ordinanza regionale parla chiaro, lasciando la libertà ai gestori di scegliere. Si tratta solo di sensibilità di un gestore rispetto ad un altro?
Piscina comunale aperta e corsi attivi nonostante l’emergenza Coronavirus. Mentre in città diversi associazioni sportive calcistiche, il Cesena Volley e la Nuova Virtus hanno preferito, in via precauzionale, sospendere i corsi, la piscina di Cesena di proprietà del Comune di Cesena e gestita da Sport Management (Verona) prosegue nel suo servizio.
Come rende noto lo staff del sindaco Lattuca : “l’ordinanza emessa dal Ministro della Salute, di intesa con il Presidente Bonaccini, e la successiva circolare che ne chiarisce l’applicazione, stabilisce che gli impianti sportivi – in cui rientrano le piscine – possono rimanere aperti per lo svolgimento delle attività ordinarie che non prevedano aggregazione di pubblico (“porte chiuse”) o eccezionali concentrazioni di persone. Sono invece sospese o rimandate a data da destinarsi tutte quelle manifestazioni e iniziative che, comportando l’afflusso di pubblico (campionati, tornei e competizioni, gare, eventi, ecc.), esulano dall’attività ordinaria. Rimane facoltà del titolare o del gestore riservarsi la possibilità di sospendere l’attività”.
Eppure diversi sono stati i commenti comparsi sulla pagina social del centro natatorio in cui si evidenziava un’incongruenza. Perché se da un lato l’Ordinanza regionale, poi recepita dall’Amministrazione comunale di Cesena, lascia la possibilità di scelta ai gestori, dall’altra parte però si apre con il seguente paragrafo: “Allo scopo di evitare il diffondersi del COVID-19 nella Regione Emilia-Romagna, il Presidente della Regione adotta straordinarie misure per il contenimento adeguato per contrastare l’evolversi della situazione epidemiologica. Sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di aggregazione in luogo pubblico o privato, anche di natura culturale, ludico, sportiva ecc, svolti sia in luoghi chiusi che aperti al pubblico”.
La piscina comunale di Cesena nei pomeriggi in cui sono attivi i corsi raccoglie un numero molto elevato di utenti (vi sono tre turni dalle 16 alle 18,15, durante i quali sono attivi dai 5 ai 7 corsi). Tantissimi bambini e ragazzi, molti dei quali sono accompagnati anche da un adulto. Decine e decine di persone che si aggregano nell’arco di poche ore in spazi caldi, umidi e anche molto stretti come gli spogliatoi.
In questi giorni chi ha scelto di non accedere alle lezioni dei corsi (già pagati) purtroppo non potrà recuperare la lezione o le lezioni perse.
Data la possibilità di scelta lasciata dalla Regione sarebbe stato più utile permettere l’utenza libera e sospendere i corsi almeno per questi giorni di limitazioni?
Il Corriere Cesenate lo ha chiesto direttamente a Sport Management che ha fatto sapere attraverso Roberto Nardella, responsabile ufficio stampa dell’azienda: “La piscina di Cesena è regolarmente aperta, perché chiuderla vorrebbe dire fare un’interruzione di pubblico servizio. Sport Management, società che gestisce l’impianto, si attiene pertanto a quelle che sono le disposizioni dell’Amministrazione Comunale proprietaria della struttura. È altresì evidente che, con la struttura regolarmente aperta, anche tutti i corsi e le attività vengano svolte come da programma”.
In effetti esistono sensibilità e sensibilità. Ma di certo restano due grandi interrogativi: cosa s’intende allora con “ogni forma di aggregazione”? C’è un numero minimo di persone che possa indicarlo? E infine se la sospensione del corso di nuoto di un bambino di tre anni può essere considerata interruzione di pubblico servizio, allora la chiusura di scuole e università cos’è?