Rubicone
Presentato ieri sera il nuovo volume di Antonio Gasperini, “Le poesie, diario di bordo”
La Sala San Francesco, nel centro di Montiano, ha visto, durante la serata di venerdì 17, la presentazione del nuovo volume di liriche di Antonio Gasperini. Il poeta montianese, noto in tutta la Romagna (e non solo) per la qualità delle sue composizioni e per il numero vastissimo di premi letterari vinti in tutta Italia, ha dato alle stampe un’opera singolare. Diario di bordo è il titolo, Cronaca in versi tra realtà e ironia da Montiano e dintorni il sottotitolo: se il poeta moderno, dall’epoca di Charles Baudelaire, vive drammaticamente la consapevolezza di non essere più parte di una società, ma anzi di esserne il rifiuto, perché si occupa di argomenti che al mondo dell’economia e del commercio non interessano più, Gasperini si trova ad essere, da questo punto di vista, un poeta “classico”.
Voce di una società in cui si riconosce e da cui viene riconosciuto come poeta (e il numero di persone presenti venerdì sera alla presentazione del libro era un’importante prova al riguardo), le poesie contenute in questo volume hanno in calce luogo e data della prima “esecuzione pubblica”. Nate in un contesto pubblico, per essere ascoltate e commentate, magari con risa e sorrisi, da parte del pubblico, sono un’interessante testimonianza di come non solo la poesia esclusivamente ispirata dai fatti privati, dal vissuto del poeta possano produrre opere pregevoli, ma anche le già tanto vituperate poesie d’occasione, che, va ricordato, per secoli hanno rappresentato la vera origine dell’ispirazione poetica. A testimoniare l’elemento pubblico sono le numerose fotografie che corredano il volume, vero album della memoria, in cui possiamo osservare il nostro autore nelle varie situazioni in cui sono state eseguite.
Lo stile di Gasperini è noto: essendo un poeta bilingue, scrive in italiano (lingua con cui ha esordito come scrittore) e in dialetto. Se le poesie italiane rivendicano con orgoglio il legame con la grande tradizione (in primo luogo si può fare il nome di Leopardi), quelle dialettali sono liriche in cui la forma è più libera, più spontanea, più immediata. Perenne la consapevolezza del passare del tempo, come ricorda Gianfranco Miro Gori nella prefazione del libro: «e’ témp l’è una canàja», il tempo è una canaglia, perché fa svanire tutte le cose belle che sono state realizzate nel tempo. La poesia, allora, rappresenta un modo per cercare di sconfiggere quella canaglia e lasciare dietro sé una traccia indelebile. Operazione, come sempre succede con Antonio Gasperini, perfettamente riuscita.