Presentato questa mattina a Ravenna il progetto “Oncology games” con il sostegno dell’Ausl Romagna e dello Ior

A Leonardo Cenci, cinque anni fa, furono pronosticati quattro mesi. Questa mattina, a nei locali di Casa Matha a Ravenna, è stato tra i mattatori dell’appuntamento con il quale l’Ausl Romagna e l’Istituto oncologico romagnolo (Ior), con il patrocinio del Comune di Ravenna, hanno presentato alla città e non solo la prima edizione degli “Oncology games”. Si tratta di una vera e propria competizione sportiva internazionale (tra le discipline, diverse gare di corsa, lancio del peso e il Nordic walking) che si terrà a Roma il 23 e 24 giugno prossimi nello stadio Farnesina. Gareggeranno atleti provenienti da sei nazioni europee, tutti pazienti che combattono ogni giorno con un cancro in fase avanzata. Ha fatto gli onori di casa la dottoressa Chiara Bennati, la vera anima di tutta la manifestazione. Tra i numerosi saluti, anche quelli del comitato provinciale del Coni. 

L’idea è partita proprio da Cenci, autentico vulcano, insignito dal presidente Sergio Mattarella dell’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica. Con lui, questa mattina, sono intervenuti tutti gli atleti italiani (foto in basso). Si tratta di nomi non noti al grande pubblico, ma le loro storie sono state d’esempio e di incoraggiamento per chi combatte con la malattia.

Tra questi, il 46enne pugile Claudio Bernardi che il 28 febbraio scorso ha scoperto di avere un grave tumore. Oppure Andrea Cicconi da Macerata; Davide Polcri che ha ricordato come “la malattia è dura da affrontare e ti cambia la vita. Però, bisogna sempre pensare di andare avanti”. Ancora Gabriele, 52 anni di Ravenna, il quale ha ricordato che essere sportivo aiuta anche nella malattia, per la determinazione, lo spirito di sacrificio, la capacità di saper soffrire. “Non riesco a vedere un lato negativo – ha detto tra lo stupore generale -. Confido nella ricerca scientifica e nella Provvidenza divina. Non mi sento un ammalato. A nessuno è dato sapere i giorni, ma dipende da noi come vogliamo viverli”.

Il 54enne Stefano Prato di Novi Ligure e Ada Quaranta di Cuneo hanno chiuso le testimonianze. Alla Quaranta, ammalata di tumore al seno dal 2012, lo scorso anno è stato diagnosticato un secondo cancro. “Non ho mai praticato sport – ha confidato davanti al folto pubblico in sala, tra cui un’intera classe del liceo classico, mentre sfoggiava una maglietta con impresse le insegne del Nordic walking – ma ora devo cambiare”. Un invito personale, ma anche rivolto a tutti perché come è stato ribadito dagli esperti intervenuti nella prima parte della mattina, tra cui pediatri, neurologi e oncologi, lo sport aiuta a prevenire la malattia. E oggi lo sport viene prescritto come un farmaco, “non è alternativo, ma è fondamentale”, nella cura e nella prevenzione.