Principali notizie dall’Italia e dal mondo. Coronavirus: Italia, ministro della Salute, “rispettare le misure precauzionali”. Siria, primo morto

Coronavirus/1 I numeri: 34mila morti nel mondo, oltre 700mila contagi. Italia: ministro della Salute, “rispettare le misure”

Sono 34.005 i morti a causa del coronavirus nel mondo, stando agli ultimi dati aggiornati della Johns Hopkins University (riferiti questa mattina da Adnkronos), secondo la quale il numero dei contagi complessivo è di 723.328 mentre i guariti sfiorano i 152mila. Il virus è diffuso ad oggi in almeno 177 Paesi, sostiene la Johns Hopkins University, precisando che Italia, Cina, Iran e Spagna sono i Paesi più colpiti per numero di morti mentre gli Stati Uniti con oltre 143mila sono il Paese con maggior numero di casi. Sono invece 10.779 i morti in Italia per coronavirus. Nelle ultime 24 ore sono decedute 756 persone. I guariti in totale in Italia sono 13.030 (+646), ha fatto sapere ancora Borrelli, mentre i casi attualmente positivi sono 73.880: in isolamento domiciliare 42.588 persone. I dati sono stati forniti da Angelo Borrelli, capo dipartimento della Protezione civile. “Nel fine settimana abbiamo registrato un calo nel numero dei decessi e dei ricoveri in terapia intensiva. Si tratta di un dato molto importante”, ha spiegato Luca Richeldi, direttore dell’Unità di pneumologia al Policlinico Gemelli di Roma, intervenuto ieri alla conferenza stampa alla Protezione civile. L’esperto ha però sottolineato allo stesso tempo che “si tratta di una battaglia molto lunga” e che “dobbiamo essere rigorosi nel rispetto delle misure. Non dobbiamo abbassare la guardia”. Di “segnali incoraggianti” ha parlato anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, ospite di “Che tempo che fa”. Ma “se noi immaginassimo di bloccare” le misure precauzionali “commetteremmo un errore drammatico e bruceremmo quel piccolo vantaggio che stiamo provando a costruire – ha aggiunto il ministro -. Vediamo la luce in fondo al tunnel, ma sbagliare i tempi ci precipiterebbe immediatamente indietro”.

Coronavirus/Nel mondo: Italia, Di Matteo denuncia il “contagio delle mafie”. Primo morto in Siria, rischio catastrofe

“C’ è un altro terribile contagio che dobbiamo scongiurare in questo momento: l’economia legale rischia di essere infettata ancora di più dalle mafie”. Lo spiega Nino Di Matteo, ex pm a Palermo e oggi componente del Consiglio superiore della magistratura, in un’intervista a “Repubblica” rilanciata da Askanews. “Condivido perfettamente l’allarme dei nostri investigatori, che sono i migliori al mondo sul fronte della lotta alle mafie. I padrini e i loro complici potrebbero aver già iniziato a contattare imprenditori e commercianti assaliti dalla crisi economica, offrendo ingenti disponibilità di liquidità, magari sotto forma di prestiti. Penso agli operatori del commercio, del settore alberghiero, in generale alle piccole e medie imprese. In breve tempo – aggiunge Di Matteo – la criminalità organizzata potrebbe arrivare all’obiettivo di controllare numerose attività economiche legali. Non possiamo permetterlo, sarebbe un gravissimo passo verso l’apparente legalizzazione delle mafie. È la grande sfida che ci aspetta, non riguarda solo il nostro governo, ma anche le istituzioni europee”. Un servizio di Euronews riporta invece la notizia del primo morto dalla Siria: “nemmeno il coprifuoco, le disinfezioni e il blocco delle elezioni e della vita pubblica sono bastati: anche la Siria ha il suo primo decesso ufficiale da Coronavirus. Si tratta di una donna arrivata in ospedale già in gravi condizioni, si apprende dal ministero della Salute, che non ha aggiunto altri dettagli. Secondo l’oms, un focolaio epidemico su vasta scala sarebbe una catastrofe per il Paese, dove il 50% degli ospedali sono stati distrutti dalla guerra e un milione di persone – soltanto negli ultimi mesi – sono sfollate in campi profughi così sovraffollati da rendere impensabili le misure di distanziamento sociale utilizzate per contenere il contagio”.

Corea del Nord: testato un grande lanciatore multiplo di razzi dalla costa orientale verso il Mar del Giappone

La Corea del Nord ha annunciato di aver testato un grande lanciatore multiplo di razzi dalla costa orientale verso il Mar del Giappone: lo riferisce l’agenzia ufficiale Kcna, all’indomani del lancio di quelli che i militari di Seul hanno individuato come missili balistici a corto raggio. Ri Pyong-chol, componente del Politburo e vicepresidente del Comitato centrale del Partito dei Lavoratori, ha guidato i test, mentre contrariamente alle altre tre iniziative simili tenute a marzo, il leader Kim Jong-un non vi avrebbe preso parte. I vettori – specifica l’Ansa – hanno coperto una gittata di 230 km e un’altitudine massima di circa 30 km. “In una situazione in cui il mondo sta avendo difficoltà con la pandemia del Covid-19, si tratta di atti militari inappropriati”, ha commentato il Comando di stato maggiore congiunto sudcoreano.