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Principali notizie dall’Italia e dal mondo. Recovery Fund, “piano Marshall” pronto. Fase 2, il piano in 7 punti di Conte
Unione europea. Recovery Fund, “piano Marshall” pronto, proposta da 2000 miliardi
Il piano Marshall della Commissione europea per risollevare l’economia dell’Unione è pronto. Tutto compreso, riuscirà a mobilitare più di 2.000 miliardi nei prossimi sette anni, cioè più del doppio di un bilancio europeo tradizionale. Anche se la maggior parte dei fondi saranno disponibili a partire dal prossimo anno, già nel 2020 si riuscirà ad anticipare qualcosa di quel Recovery fund che dovrebbe aggirarsi sui 500 miliardi. Ursula von der Leyen, che presenta oggi il piano, ha cercato di accontentare tutti: chi voleva perlopiù sovvenzioni a fondo perduto e chi vuol concedere aiuti solo in cambio di riforme. Ci saranno entrambi gli aspetti, sperando che per i 27 sia una proposta accettabile, a cui dare il via libera in tempi rapidi. Perché i fondi potranno cominciare ad arrivare alle capitali solo dopo un accordo definitivo al Consiglio europeo.
Fase 2. Ministro Boccia, “se Italia è a basso rischio, il 3 giugno si riparte”
Per gli spostamenti tra le regioni si aspetterà il monitoraggio di giovedì 29 maggio. È quanto emerso dall’incontro a Palazzo Lombardia tra il ministro per gli affari regionali Francesco Boccia e il governatore lombardo Fontana. L’incontro è stato definito da entrambi “utile e positivo”. Nella serata di ieri Boccia ribadisce: “Prima del 3 giugno è prevista una valutazione dei dati del monitoraggio che farà il ministro Speranza, che ha preso sempre decisioni che non sono mai state semplici e oggi lo sono ancora di meno. Valuteremo tra giovedì e venerdì. C’è un sistema condiviso dalle regioni, che trasmettono ogni giorno tanti dati. Se l’Italia sarà tutta a basso rischio il 3 giugno si rimette in cammino anche perché c’è l’idea di riaprire le frontiere con i Paesi europei, ma sempre con grande cautela, perché non possiamo vanificare i sacrifici che abbiamo fatto”.
Fase 2. Il piano in 7 punti di Conte, digitale, fisco, investimenti
Incentivi al digitale, strumenti per il consolidamento dell’impresa, rilancio degli investimenti pubblici e privati, sburocratizzazione. Questi alcuni dei sette punti chiave di un piano per la ripresa dopo l’emergenza coronavirus che il premier Giuseppe Conte elenca in una lettera al Corriere della Sera e al Fatto Quotidiano, in vista della proposta odierna della Ue di Recovery Plan, rispetto cui, spiega, “l’Italia deve farsi trovare pronta”. Gli altri punti: una transizione per un’economia sostenibile, innovazione dell’offerta formativa e della ricerca, tempi della giustizia più brevi e una seria riforma fiscale. “Siamo al lavoro per la modernizzazione del Paese. Introdurremo – promette Conte – incentivi alla digitalizzazione, ai pagamenti elettronici e all’innovazione. Dobbiamo sollecitare la diffusione della identità digitale, rafforzare l’interconnessione delle banche dati pubbliche e approvare un programma per realizzare al più presto la banda larga in tutto il Paese”.
Open Arms. Giunta Senato dice no al processo a Salvini
Con 13 voti a favore della relazione del presidente, Maurizio Gasparri (Fi), 7 contrari e 3 senatori che non hanno partecipato al voto, ieri la Giunta per le immunità del Senato ha respinto la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini sul caso Open Arms. “La Giunta del Senato ha votato stabilendo che Salvini ha fatto il suo dovere, ha agito per interesse pubblico e non privato”. Commenta così il leader della Lega Matteo Salvini in diretta Facebook. “No allo sbarco dei 161 immigrati dalla Ong spagnola Open Arms, la Giunta del Senato ha appena votato (13 a 7) che ho fatto solo il mio dovere, nell’interesse del popolo italiano. Grazie a loro, e grazie a Voi. Adesso la parola passa all’aula del Senato, vediamo se Pd e 5Stelle insisteranno per il processo”, aggiunge Salvini.
Hong Kong. Proteste contro legge della Cina. Parlamento difeso da agenti in tenuta antisommossa
Proseguono le proteste a Hong Kong. Sono almeno 16 gli arresti finora eseguiti dalla polizia di Hong Kong, i cui agenti sono schierati in modo massiccio e in tenuta antisommossa intorno al parlamento locale dove oggi è previsto il dibattito in seconda lettura della legge a tutela dell’inno nazionale cinese, contestata dagli attivisti pro-democrazia. L’appello alla mobilitazione ha finora visto l’adesione di alcune migliaia di persone con una risposta sotto le attese. Nel mirino la legge sulla sicurezza nazionale voluta da Pechino, all’esame del Congresso nazionale del popolo. Oltre 30 sindacati, un network di 22 scuole superiori, università e il passaparola sugli account di Telegram hanno invitato per oggi allo sciopero generale o alla mobilitazione intorno al Parlamento di Hong Kong.