Rubicone
Processo 10 agosto a Villa Torlonia. Assolto Machiavelli a stragrande maggioranza
Con 81 voti per la condanna e 600 per l’assoluzione, la giuria popolare del Processo del 10 agosto, tenutosi alla Torre di Villa Torlonia, San Mauro Pascoli, ha riconosciuto a Niccolò Machiavelli di essere un grande rappresentante del realismo politico, di non essere un utopista e di essere, soprattutto, un modello per i politici di oggi e del futuro. Ma andiamo per ordine.
Introdotti da Gianfranco Miro Gori, presidente di Sanmauroindustria e inventore del “Processo del 10 agosto”, si sono confrontati Carlo Galli (accusa) e Maurizio Viroli (difesa). Motivo del contendere, scoprire se Machiavelli (1469 – 1527) sia stato o no un teorico della politica reale oppure un utopista, chiuso nei suoi libri.
Accusa
Carlo Galli, professore ordinario di Storia delle dottrine politiche all’Università di Bologna, ha ricordato che merito di Machiavelli è l’avere scoperto che dell’agire umano non abbiamo sicurezza, che le leggi della politica e in generale tutte le leggi sono sottoposte al male, cioè l’incertezza. «Machiavelli non elogia la tirannide, né il militarismo. È un esistenzialista ante litteram». Egli ha fatto della politica un mito esistenziale, in un mondo in cui la politica è tutto. Cesare Borgia, che secondo Machiavelli è il modello per il bravo principe, perde per colpa della Fortuna, ma anche per colpa sua, perché egli non aveva previsto l’ipotesi più infausta, che mentre lui giaceva malato suo padre, il papa Alessandro VI, giungesse a morte: quindi anche i migliori sbagliano. Dal punto di vista politico, secondo Galli, il pensiero di Machiavelli è un nobile inganno, in quanto si serve dei miti per dare forma al suo pensiero, ed i miti per definizione sono simbolici, non operativi. La politica è altra cosa, assai meno eroica. La politica oggi è vile, ipocrita, e nello stesso tempo grandiosa, una spietata macchina mondiale. La politica oggi si presenta come natura e destino. «Davanti alla politica di oggi il pensiero di Machiavelli è inappropriato: vola troppo in alto o scende troppo in basso». Non è un caso che egli abbia avuto, sostiene Galli, una scarsa fortuna politica. Ha avuto troppa fiducia negli esseri umani, che sono meno virtuosi di quello che pensava. Machiavelli deve farsi un po’ di anni in Purgatorio per farsi un’idea più corretta della vera politica. La vera pena sarà frequentare i politici di oggi, in questo modo conoscerà il vero realismo. E su questo riferimento ai politici di oggi, il pubblico ha accolto fra risate e applausi la conclusione del discorso di Carlo Galli.
Difesa
Maurizio Viroli, professore emerito dell’Università di Princeton, professore all’Università del Texas e all’Università della Svizzera italiana (Lugano), ha esordito affermando che è più difficile difendere Machiavelli che accusarlo, perché nei secoli è stato difeso da ben poche persone, ma le condanne, invece, sono state tantissime. Machiavelli non era un musone: era consapevole che occorre anche ridere, come testimonia il suo capolavoro, “La mandragola”, la più bella commedia del Rinascimento europeo. La sua vita, e lui se ne rendeva conto, prosegue Viroli, era alta e grave, ma anche bassa e leggera, perché così è la vita: per questo possiamo dire che non è un utopista. Machiavelli non segue i canoni della letteratura utopistica. Aveva, invece, una grande fantasia. Però sia Guicciardini sia i collaboratori di Machiavelli gli riconoscevano la capacità di riconoscere la realtà del mondo che lo circondava. Il realista politico vuole vincere: vuole che ciò che ritiene giusto vinca. Il realista politico sa adattarsi ai tempi in cui vive. Tutte le decisioni politiche sono rischiose: così è il mondo politico. Machiavelli, come tutti i realisti, aveva una visione negativa degli esseri umani. La storia non ha una prospettiva, ma bene e male si alternano. «Machiavelli voleva ispirare principi e cittadini: liberare l’Italia dai barbari». Qual è stata la sua efficacia? Per rispondere a questa domanda, occorre osservare chi l’ha preso a modello: Vittorio Alfieri, Ugo Foscolo, Francesco De Sanctis, Piero Gobetti, Antonio Gramsci. «Chiediamoci: che cosa ha fatto Machiavelli nella sua vita? Uomo integerrimo, privo dei poteri ha scritto affinché altri potessero realizzare qualcosa di buono per la patria. Noi oggi abbiamo bisogno di Machiavelli, per rinascere come popolo». L’ovazione del folto pubblico presente ha anticipato l’esito della votazione, con la schiacciante maggioranza delle assoluzioni. Machiavelli realista, quindi.
Un altro processo del 10 agosto si è concluso, con viva soddisfazione delle centinaia di appassionati che si sono goduti una calda sera d’agosto a discutere di politica, valori e morale, per un uomo nato 550 anni fa, ma più vivo che mai.