Profughi ucraini accolti in canonica a Bagnarola. “Anche altri lo possono fare”

“Perché non in parrocchia? L’iniziativa è stata mia”, dice Catia Sasselli, da ieri in pensione, dopo 30 come capo servizio ragioneria in Comune, a Cesenatico. 

L’abbiamo incontrata poco fa, in canonica a Bagnarola, dove da un paio di giorni sono ospitati nove ucraini arrivati in Italia una settimana fa, dopo quattro giorni di viaggio in pullman e poi l’ultimo tratto in treno, da Torino a Cesena. 

“Qui da noi avevamo già avviato una raccolta pro ucraini – prosegue Catia – perché una nostra vicina è una loro connazionale che vive a Bagnarola da 30 anni. Poi ci siamo detti che l’accoglienza è possibile. Ci vuole poco. Aiutiamoli qui, come il titolo che abbiamo dato alla raccolta che si terrà domani in otto supermercati tra Cesenatico, Bagnarola e Macerone”.

I nove ospiti sono due nonne con tre nipoti, una mamma con un bimbo e un’amica di famiglia con un ragazzino, tutti legati tra loro da vincoli di parentela o amicizia. Nel territorio cesenate abita un figlio di questi profughi con la sua famiglia. Marito e moglie lavorano da tempo da noi e sono ben integrati. 

“Hanno avuto due ore di corridoio umanitario per uscire dalla loro città – dice la parente che vive in Italia -. Sono venuti via senza nulla. Abitavano nel sud dell’Ucraina, verso il mar Nero, in una città grande anche più di Cesena. Nessuno si sarebbe mai immaginato la guerra fino a quando non sono stati uditi i boati delle bombe. È accaduto tutto all’improvviso. Speriamo che finisca al più presto”.

Come si può portare avanti questa accoglienza? “Siamo un gruppo formato da 22 persone – prosegue Catia -. Ci tassiamo con 50 euro al mese. Lo abbiamo detto in chiesa. Chi vuole può versare quanto può. Paghiamo le bollette. Adesso vogliono imparare la lingua. Dal prossimo lunedì inizierà un corso di italiano. Gli abiti li prendiamo qui nella boutique della Caritas parrocchiale”.

Per la spesa provvederanno da soli, i nuovi amici ucraini, grazie ai fondi che via via vengono raccolti. Ora ci sono le ultime incombenze: sono rimasti i documenti da sistemare, un’operazione che richiederà qualche giorno. Per le vaccinazioni sono tutti mobilitati. Domenica prossima è prevista una gita ospiti a Mirabilandia.

L’avventura a Bagnarola è iniziata, così come è avviata anche a Cannucceto con altri profughi. La guerra arriva anche qui, con una gara di solidarietà che a molti appare come una risposta forte al suono delle sirene e al lancio dei missili. “Ci fa piacere raccontare questa nostra nuova esperienza – dice Catia in conclusione – non certo per farci notare, ma perché siamo convinti che altri possano fare lo stesso”.