Cesena
Protezione civile. Inaugurata Sala operativa provinciale
I monitor sono tutti aperti sul sito dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (foto qui sotto). Il controllo del terremoti, dopo il forte sciame sismico della scorsa settimana che ha interessato tutto il territorio cesenate che guarda verso il mare, è costante. Nella nuova Sala operativa provinciale integrata (Sopi), presso il Centro Unificato Provinciale di Protezione civile, che è anche sede del Coordinamento del volontariato, a Forlì, fuori dal centro e lontano dalla Prefettura, in via Cadore 75, nonostante no sia più operativa una task force dedicata, l’attenzione rimane alta su ogni movimenti tellurico.
“Questa mattina c’è stato un evento”, dice un’operatrice che segue da vicino l’aggiornamento dell’Ingv. Per fortuna di tutti è stato solo di 2.2 punti della scala Richter, a 21 chilometri di profondità, nella zona di Cervia. Un sisma che non si avverte. Il livello di allerta rimane alto, anche se da parte di tutti i presenti alla cerimonia di questa mattina le rassicurazioni sono state in tutte le direzioni.
All’evento è intervenuta la vicepresidente della Regione Irene Priolo che, fra le altre, ha anche la delega alla Protezione civile. “Gli ambiti provinciali – ha detto – sono quelli ottimali. Il Ccs (il Centro coordinamento soccorsi) è infatti di ambito provinciale e abbiamo bisogno che funzione. Tutta la struttura va studiata e analizzata in momenti di pace. Quello che oggi inauguriamo qui è un modello di coworking spinto”.
Poi ha aggiunto: “Guardate che non è scontato che tutti facciano la loro parte. Qua, in Emilia Romagna, posso dire che le cose funzionano, come accaduto la settimana scorsa col terremoto nel cesenate dove abbiamo dovuto gestire l’emotività della gente”.
“Sappiamo che qua c’è un sistema che in caso di necessità si mette in moto – ha detto ancora la Priolo -. Le connessioni sono fondamentali in certi frangenti, altrimenti l’emergenza diventa confusione”.
Poi l’ultima esortazione della vice di Bonaccini: “Fate in modo che questo diventi un luogo vivo”.
Il prefetto Antonio Corona ha ricordato l’ottimo livello di collaborazione tra Ccs e Protezione civile. “Durante la pandemia abbiamo lavorato molto assieme – ha detto -. E abbiamo lavorato molto bene tutti insieme. Mi sento di ringraziare ognuno di voi. In questa terra ci sono autorità che lavorano, si tirano su le maniche”.
All’inaugurazione hanno preso parte, tra gli altri, il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, quello di Cesena Enzo Lattuca, anche come presidente della Provincia di Forlì-Cesena, il sindaco di Savignano sul Rubicone, anche come presidente dell’Unione Rubicone e Mare, Filippo Giovannini, oltre ai comandi di Carabinieri e Guardia di finanza e i Vigili del fuoco.
Piero Tabellini, responsabile Ufficio territoriale Sicurezza territoriale e Protezione civile Forlì-Cesena ha fatto presente che l’accordo siglato all’inizio dell’anno tra Regione e Prefettura per la costituzione di un’unica struttura, composta dal Centro coordinamento soccorsi (Ccs) e dalla Sala operativa provinciale integrata (Sopi), prevede che si convochi il Ccs dal prefetto ma qui nel centro unificato della Protezione civile. Questa diventa la sede operativa del Ccs”.
“Da qui si riesce a coordinare l’emergenza con la presenza di tutti – ha fatto presente Rita Nicolini, direttore dell’Agenzia regionale sicurezza territoriale e Protezione civile -. Non è semplice avere una struttura così e il nostro è un percorso che viene da lontano. Ciò significa avere alle spalle un sistema organizzativo. Inoltre questa è anche la casa del volontariato e questa sala può diventare un’aula di formazione”, a voler dimostrare la duttilità della struttura pensata per usi molteplici.
Claudia Casadei, referente dell’Ufficio territoriale sicurezza territoriale e protezione civile di Forlì-Cesena, ha illustrato tutti gli ambienti, ricordando che l’immobile è di proprietà della Provincia, ma che la struttura rappresenta la presenza della Regione sul territorio. “Il nevone del ’12 – ha proseguito – ci insegnò a unire le forze”. Una presa di coscienza che oggi è diventata ancora più realtà.