Cesena
“Questo non è amore”
Nei decorsi tre trimestri del 2021, numerosi sono stati i casi di violenze inerenti reati del cosiddetto “codice rosso”, trattati dall’Unità violenze di genere della Squadra Polizia giudiziaria del Commissariato di Pubblica sicurezza di Cesena.
La rendicontazione è avvenuta stamane, giovedì 25 novembre, Giornata internazionale dedicata al contrasto della violenza contro le donne, nell’ambito della campagna permanente della Polizia di Stato contro la violenza di genere, “Questo non è amore”.
Le importanti e significative risposte date alle vittime vulnerabili, in termine di sicurezza, tutela e supporto, sono state frutto della sinergia tra il lavoro svolto dagli investigatori, la Procura della Repubblica di Forlì, la Procura per i Minorenni di Bologna, la Divisione Anticrimine della Questura di Forlì e gli enti preposti dei servizi sociali del Comune di Cesena e della locale Ausl.
L’attività svolta ha fatto emergere nelle vittime coinvolte la forza e il coraggio di denunciare le violenze subite, così come i maltrattamenti tra le mura domestiche, infrangendo l’isolamento e il silenzio.
Quarantatré sono stati i casi di indagine trattati e delegati dalla Procura della Repubblica di Forlì, riconducibili a maltrattamenti in famiglia (21 casi), atti persecutori (7 casi), lesioni personali aggravate (11 casi), violenze sessuali (3 casi) e un caso di “Revenge porn” ai danni di una minorenne.
Nella maggior parte dei casi la modalità di emersione della notizia di reato è avvenuta con la proposizione di denuncia/querela da parte della vittima, ma in alcuni casi (7 per la precisione) è stato il referto medico di Pronto Soccorso che ha dato origine al procedimento penale e alla successiva attività di indagine.
I reati commessi, riconducibili per lo più all’incapacità di rassegnarsi alla fine di una relazione sentimentale o nell’ambito di delicate situazioni familiari, hanno visto coinvolte vittime tra donne adulte e in tre casi di minorenni.
Di alcuni fatti di maltrattamenti in famiglia, le vittime sono state collocate, su richiesta, in protezione: attualmente nessuna di esse risulta collocata in struttura protetta.
Provvedimenti di ammonimento, a firma del Questore Lucio Aprile, sono stati adottati come misure di prevenzione a tutela delle vittime, avvertendo l’autore di desistere dal commettere ulteriori atti di violenze, minacce, molestie.
Le indagini conclusesi hanno permesso di denunciare in stato di libertà 11 persone: quattro per maltrattamenti in famiglia, quattro per atti persecutori, due per violenza sessuale nei confronti di minori e una per lesioni aggravate.
Il trend dei citati casi di violenze di genere non si discosta molto da quello relativo all’anno 2020. Nel solo secondo semestre dello scorso anno, trentacinque sono state le deleghe di indagine eseguite per reati inerenti maltrattamenti in famiglia (19 casi), atti persecutori (5 casi), lesioni personali aggravate (6 casi), violenze sessuali (4 casi) e un caso di “Revenge porn” ai danni di una minorenne.
Cinque le persone denunciate in stato di libertà e due gli arresti eseguiti su Ordinanze di custodie cautelari in carcere, disposte dal Tribunale di Forlì, per inottemperanze a precedenti misure cautelari adottate (divieto di avvicinamento alla vittima e/o allontanamento dalla casa familiare) per cui venivano richieste aggravamenti.