Cesena
Riqualificazione delle Scalette: donazioni da tutta la Romagna
L’abbazia del Monte come faro di spiritualità per l’intera Romagna. Già perché questo santuario, oltre a essere legato a doppio filo alla festa dell’Assunta e alla devozione popolare dei cesenati, richiama da sempre fedeli ben oltre i confini cittadini.
Non è un caso se, tra le ultime donazioni al crowdfunding pubblico per la riqualificazione di via delle Scalette, il tradizionale percorso dei pellegrini in ascesa al Monte, siano comparsi dal ravennate i nomi dei figli di Benigno Zaccagnini mentre da Forlì quello della locale Fondazione Cassa dei Risparmi.
Già nelle scorse settimane il presidente della Fondazione, Roberto Pinza, aveva fatto una donazione a titolo personale. Ora è l’intera istituzione forlivese a riconoscere con questa donazione, votata da tutto il Consiglio, l’importanza del Monte nello scenario culturale e religioso della Romagna.
Per quanto riguarda i figli di Zaccagnini (Livia, Carlo, Giovanni), la loro donazione è stata effettuata in ricordo dei rapporti che legavano Benigno alla Madonna del Monte (non è un caso che tra i promotori della sottoscrizione figuri l’omonima associazione cesenate).
Benigno Zaccagnini, prima di sposarsi con la signora Anna (morta lo scorso anno), era solito recarsi in bicicletta da Ravenna al Monte, per prendere parte a ritiri spirituali o semplicemente per confessarsi. Spesso lo affiancava in questi 70 chilometri, tra andata e ritorno, l’amico fraterno Elio Briganti che diverrà in seguito suo cognato (sposando la sorella di Anna).
E sempre al Monte, durante la Seconda guerra mondiale, Zaccagnini si recò per incontrare clandestinamente diversi cattolici impegnati nella Resistenza a fascisti e nazisti, gettando le basi per la rifondazione della Democrazia Cristiana. Tra questi c’erano Rino Molari (poi catturato dalla Gestapo e fucilato), Michele Galli (futuro senatore), Azeglio Collini, Giovanni Braschi e Giovanni Ghirotti, come testimoniato dal diario di don Leo Bagnoli sugli anni del passaggio del fronte a Cesena.
Lo stretto rapporto tra Benigno Zaccagnini e il Monte è frutto anche dei legami intrecciati tra la spiritualità benedettina e i tanti cristiani impegnati a inizio ‘900 nella prima Democrazia Cristiana (da Romolo Murri a Eligio Cacciaguerra), oltre che della fitta corrispondenza di sacerdoti e monaci sull’asse Cesena-Ravenna.
Come ricorda l’onorevole ravennate Aldo Preda, dalla fine dell‘800 in poi (con gli abati Bonifacio Krug e Bonifacio Wolf) i benedettini furono un sicuro punto di riferimento per molti sacerdoti ravennati, da don Angelo Lolli (fondatore dell’Opera Santa Teresa) a don Giovanni Minzoni, da monsignor Giovanni Mesini a don Giuseppe Sangiorgi (parroco di Santa Maria in Porto, educatore di un gruppo di giovani ravennati tra cui Benigno Zaccagnini e Arrigo Boldrini). Mentre gli abati e i priori che guidarono successivamente la comunità benedettina continuarono ad ospitare incontri dei laici cattolici impegnati nella Resistenza e, al termine della guerra, incontri formativi dell’Azione Cattolica (1952) con relazioni di Zaccagnini e Giorgio La Pira.
La riqualificazione delle scalette ravviva dunque, sasso dopo sasso, un percorso secolare in grado di far sbocciare la devozione di moltissimi fedeli in un impegno attivo in favore della “città dell’uomo”.
Ad oggi la raccolta in crowdfunding è a un passo dalla soglia dei 25mila euro, con 227 sostenitori, a fronte di un traguardo fissato in 100mila euro.