Cesena
Robot chirurgico di ultima generazione al “Bufalini” grazie ad Amadori e Orogel
Un nuovo sistema di chirurgia robotica all’Ospedale Bufalini di Cesena grazie a una donazione di 1,5 milioni di euro di Amadori e Orogel. È stato presentato oggi, nella sala convegni del nosocomio cesenate, il robot chirurgico “Da Vinci Xi”, l’ultima evoluzione della chirurgia mininvasiva che permette al chirurgo, seduto a una consolle, di operare manovrando, anche a distanza, quattro sottili braccia robotizzate e intercambiabili.
“La macchina – ha introdotto Marisa Bagnoli, direttore facente funzioni del Bufalini – dopo una fase di sperimentazione avviata a novembre 2022, è entrata in funzione lo scorso 5 dicembre con i primi interventi in campo urologico. Il suo utilizzo è stato sempre più implementato e oggi viene impiegata per procedure complesse, soprattutto oncologiche, dall’Urologia alla Chirurgia generale e d’urgenza, dalla Ginecologia alla Chirurgia a degenza breve. A queste, dopo un periodo di formazione, si aggiungeranno altre discipline”.
“Il robot – ha spiegato Stefano Sanniti, direttore di Fisica medica e ingegneria clinica – è composto da un carrello paziente, una colonna laparoscopica e una consolle di lavoro. Il comando potrebbe essere anche da remoto con possibilità di simulazione virtuale. Si tratta dell’ultima generazione della chirurgia robotica. Sono migliorate le movimentazioni e la visualizzazione delle immagini, in altissima definizione e in 3D. I vantaggi per il paziente sono il ridotto sanguinamento, la minor invasività e la riduzione dei tempi di ospedalizzazione per un recupero più veloce. Dal punto di vista clinico, è migliore l’accuratezza del movimento chirurgico. Tutto questo aiuterà a contenere la migrazione di pazienti in altre strutture”.
Il direttore del Dipartimento chirurgico e grandi traumi Carlo Lusenti ha sottolineato che “la sala robotica è attiva cinque giorni la settimana. Dal 2022 sono stati realizzati 111 interventi e per il 2024 ne prevediamo 250 di nuovi“. Da Lusenti un “ringraziamento a chi ha reso possibile il consolidamento di questa tecnica. È vero, come diceva don Milani, che “la carità senza Stato sociale è una truffa”, ma è altrettanto vero, come affermava Adriano Olivetti, che le imprese devono occuparsi anche del benessere sociale della comunità”.
“La nostra azienda – è intervenuto Bruno Piraccini, presidente di Orogel – investe tanto per garantire la qualità del prodotto. Con lo stesso impegno rispondiamo all’esigenza di dare risposte di qualità alla sanità pubblica. Alla luce delle difficoltà del contesto economico attuale per le aziende sanitarie del territorio, il sindaco di Cesena Enzo Lattuca ha chiesto il nostro coinvolgimento. Nei limiti del possibile, ci attiviamo sempre con piacere per aiutare il nostro ospedale a essere all’avanguardia”.
“Siamo grati al primo cittadino – gli ha fatto eco Denis Amadori, amministratore delegato del Gruppo Amadori – per essere stato da cerniera fra l’esigenza della sanità pubblica e le aziende del territorio. La nostra azienda esiste per nutrire e prenderci cura della comunità. Siamo orgogliosi di aver fatto la nostra parte”.
Enzo Lattuca ha parlato di una “donazione diversa dalle altre, per valore e portata storica”, in quanto il robot all’avanguardia “apre una nuova frontiera da cui non si tornerà indietro” e costituisce quasi “un assaggio del nuovo Ospedale“. Il primo cittadino ha poi svelato i retroscena della donazione: “L’input è arrivato dal direttore generale dell’Ausl, il quale mi ha fatto presente che, per mancanza di risorse, la sperimentazione del robot chirurgico avviata nel 2022 a Cesena, si sarebbe interrotta. Da qui, mi sono rivolto alle due imprese, le quali offrono al nostro territorio, non solo prodotti salutari e posti di lavoro, ma anche investimenti per il bene comune. Nessuno le ha obbligate e per questo si distinguono da tante altre”.
Tiziano Carradori, direttore generale Ausl Romagna, ha incentrato il suo intervento su “orgoglio e responsabilità”, sottolineando che Amadori e Orogel “riconoscono il valore di questa comunità professionale e ci spronano a continuare con impegno su questa strada”. Per Carradori il robot chirurgico di ultima generazione rappresenta poi “la prova che i timori di dieci anni fa sullo sviluppo dei territori con la costituzione dell’unica Ausl Romagna erano infondati”.
Il “grazie della Regione Emilia-Romagna alle due aziende per aver donato alla sanità pubblica le migliori tecnologie” è arrivato da Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute. “I robot attivi sul territorio regionale sono nove – ha ricordato – e altri quattro saranno a regime entro l’anno. Finora sono stati realizzati 2.648 interventi a livello regionale. Questa tecnologia, impensabile fino a qualche anno fa, contribuisce all’attrattività del nostro sistema sanitario pubblico e universalistico. L’Emilia-Romagna infatti è ai primi posti fra chi sceglie di curarsi provenendo da altre regioni d’Italia”.
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