Cesena
Rocca Malatestiana sotto la lente della Commissione consiliare
Rialza la testa la Rocca Malatestiana di Cesena grazie a Jazzlife, l’associazione culturale che da quasi un paio di anni ne ha preso le redini. Se ne è parlato ieri sera nella 3° Commissione consiliare, presieduta dal consigliere Enrico Castagnoli.
“Il mio giudizio è positivo: abbiamo recepito il gradimento da parte della città. In particolare è apprezzata la sinergia con le realtà locali così come richiesto dal bando, e la scelta di appoggiarsi per la piccola ristorazione a fornitori del territorio”, ha affermato l’assessore alla cultura Carlo Verona.
Il programma primaverile ed estivo sarà ufficializzato tra un paio di settimane e di certo non mancheranno anche quest’anno artisti di livello internazionale, come ha annunciato il presidente di Jazzlife, Luca Di Nunzio. Quest’ultimo non ha nascosto le iniziali difficoltà, tra la pandemia che tutto limitava alla pessima immagine del luogo dovuta alla precedente gestione, quella di Agorasophia Edutainment, e i problemi legati all’insicurezza del parco della Rimembranza che avevano fatto disamorare i cesenati della loro fortezza. “Sono fiero in particolare del lavoro svolto sulla sicurezza: grazie al supporto delle forze dell’ordine e alla rivitalizzazione della Rocca, il parco è stato bonificato da ogni tipo di frequentazione sospetta – ha spiegato Di Nunzio -. Inoltre l’installazione della videosorveglianza, che ha richiesto energie ed investimenti, ha reso la Rocca un luogo sicuro. Abbiamo poi riallacciato i rapporti con i residenti di via Malatesta Novello: in due anni non abbiamo mai avuto una chiamata per schiamazzi o altro”.
Dal punto di vista culturale l’associazione (la cui convenzione con il Comune scadrà il prossimo settembre) ha cercato di accogliere ogni forma di arte: dal teatro alla danza, dalla poesia alla musica classica, concentrando le iniziative nello spazio antistante la Torre Femmina e utilizzando la corte, con il palco grande, solo per i grandi eventi che in un anno si contano sulle dita di una mano. La mission quotidiana è certamente incentivare la riscoperta di questo luogo, che racchiude la storia di Cesena, con le visite guidate. “Nei dodici mesi non abbiamo mai chiuso le porte della Rocca e offriamo sempre la massima disponibilità anche fuori dagli orari ufficiali, riuscendo fino ad ora ad accontentare tutte le richieste. Anche quando non è conveniente, ad esempio nel caso di un solo visitatore”, evidenzia il presidente.
Un cambio di passo (riconosciuto anche dai gruppi consiliari di opposizione) che sta portando i suoi frutti. “Tanti cesenati sono ritornati alla Rocca – prosegue – come pure è tornato il pubblico universitario. Abbiamo avuto 500 studenti spagnoli in Erasmus in visita. Per la parte museale l’anno scorso sono stati 7.835 i visitatori. Punta di diamante sono gli spalti e i camminamenti interni, mentre il Museo della civiltà contadina non ha alcun appeal”.
Su quest’ultimo è in corso già da tempo una riflessione sul suo destino. “Al suo posto nella Torre Femmina sarebbe più appropriato il Museo della giostra, ma vedrei benissimo anche il Museo della ceramica malatestiana. Ma quello della civiltà contadina non è detto venga smantellato: sono in corso colloqui sulla possibilità di trasferirlo all’Istituto agrario”, ha informato l’assessora Verona.
Dal punto di vista gestionale, sono sempre state due le spine nel fianco della Rocca. La prima è la sua accessibilità, non essendo collegata con un mezzo di trasporto pubblico. “È il suo limite più grande a cui abbiamo cercato di porre rimedio con una navetta privata per la spola con piazza del Popolo”, rileva Di Nunzio. Il secondo è il punto ristoro attualmente limitato alla mescita di bevande e preparazione di piatti freddi o rigenerati, per cui potrebbero esserci presto novità. “Con l’Asl abbiamo trovato una soluzione per sbloccare le normative e prevedere l’inserimento di una cappa aspirante che ora è al vaglio della Soprintendenza”, sottolinea Verona.