Alla fine… prevale la saggezza

Alla fine... prevale la saggezza La neve di inizio settimana ha causato numerosi disagi in autostrada. Troppi si sono fatti prendere da un eccesso di emergenza.Mi pare di poter dire, ancora una volta, che siamo incapaci di gestire le emergenze. Anzi, direi di più: trattiamo tutto come emergenza, per poi impantanarci con estrema facilità.

Lunedì scorso in autostrada si sono vissuti momenti che hanno dell’incredibile. È verissimo, lunedì è nevicato, proprio come da previsioni. In montagna si sono raggiunti anche 40 centimetri di altezza della neve, ma in pianura poco più di nulla. Certo, a Bologna qualche disagio c’è stato, ma neppure sulla E45 si sono verificate particolari difficoltà.

Cosa sia esattamente successo non è dato sapere. Fatto sta che all’altezza di Cesena nord tutti i camion che provenivano da sud sono stati fatti uscire dall’autostrada. Ciò ha causato una lunga colonna di mezzi che ha costretto a lunghissime code migliaia di automobilisti. Gente in viaggio da Pesaro a Cesena ha impiegato quasi tre ore per percorrere 60-70 chilometri. Una vera odissea.

Il vento forte, la pioggia e la neve sono giunte sulla Romagna, come da attese e finalmente, potrei aggiungere. Ma i fenomeni sono stati limitati. Anzi, forse eravamo preparati anche al peggio. Invece è successo quello che nessuno si sarebbe aspettato, a causa probabilmente di un eccesso di zelo che ha consigliato la deviazione del traffico dei mezzi pesanti per evitare guai peggiore. Il guaio vero è che il peggio non si è verificato e i disagi sono stati causati dalla troppa prudenza messa in campo da Autostrade per l’Italia.

Potremmo dire che siamo alle solite. Arrivano i primi fiocchi di neve e subito si rischia il blocco del traffico. Altri amici e conoscenti mi hanno parlato delle difficoltà lungo la linea ferroviaria. Insomma, non starò qui a farla troppo lunga. Mi pare di poter dire, ancora una volta, che siamo incapaci di gestire le emergenze. Anzi, direi di più: trattiamo tutto come emergenza, per poi impantanarci con estrema facilità. Mostriamo un’incapacità cronica, figlia di quel timore di prendersi responsabilità che è stretta parente di una legislazione fatta apposta per Azzeccagarbugli e i suoi successori.

Se viene emessa l’allerta meteo e poi accade qualcosa, di chi sarà la responsabilità? Questo è il pensiero che affligge funzionari e dirigenti pubblici. Mentre scrivo queste note, in redazione abbiamo messo online sul nuovo sito del Corriere l’allerta numero 122 emessa dalla Protezione civile dell’Emilia Romagna dall’inizio dell’anno. Una cifra spropositata di comunicati di allarme, se si pensa agli eventi che hanno realmente causato danni a persone o a cose. Eppure, da allerta meteo ormai siamo sommersi. Che fare, dunque?

Resta il disagio e lo sconforto degli utenti della strada e delle ferrovie, i veri anelli deboli di una catena che non si tiene insieme. Qualcosa un giorno si riuscirà a cambiare in questo strano Paese, nonostante leggi e leggine che imbrigliano anche i più volenterosi. L’esperienza quotidiana insegna, comunque, che la saggezza di tanti è più caparbia di troppi regolamenti.

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