Mille e non più mille. Semplicemente grazie
Mille e non più mille. Semplicemente grazie Dopo quasi 22 anni di appuntamenti settimanali con i lettori si chiude questo spazio con il quale si è voluto scrutare il mondo
Non vorrei scomodare né le profezie né l’Apocalisse. E neppure altri autori che potrebbero avere detto o scritto questa famosa frase: mille e non più mille. Arrivati a questo punto, lo dico ai lettori che hanno avuto la bontà di seguirmi in questi anni: termino questa avventura denominata “Il Periscopio” di Zeta.
Può darsi anche che nessuno si accorga che qui si chiude bottega. Fa lo stesso. Se mi volto indietro e butto lo sguardo sul tempo trascorso mi pare di rivivere un’esperienza che, anche per come è iniziata, ha dell’incredibile. Il primo pezzo, dal titolo “Fra multe e parcheggi”, fu pubblicato il 20 gennaio 1996. Poi, a parte qualche breve interruzione, sono andato avanti ogni settimana curando questo spazio che nell’idea originaria non era da assegnare al sottoscritto.
Ma tant’è. La vita, si sa, riserva sorprese. Per centinaia di pezzi l’amico e artista Antonio Dal Muto ha accompagnato i miei scritti con il tratto della sua matita, spesso graffiante. È stato un bel lavorare assieme. Poi le fotografie hanno affiancato queste righe con le quali, nelle mie intenzioni, ho cercato di mettermi il più possibile in sintonia con i lettori, con quello che la cronaca locale, nazionale o anche oltre, offriva all’attenzione dell’opinione pubblica. Proprio come ci eravamo detti, e mai l’ho dimenticato, in quel lontano gennaio di quasi 22 anni fa, e come ho tentato di mettere in pagina ogni settimana. Con l’intenzione di scrutare, il periscopio appunto, il mondo attorno a noi, con i suoi pregi e i suoi difetti, le sue bellezze e le sue contraddizioni.
Per me è stata un’attività meravigliosa. Un mettersi alla prova, ogni sette giorni, per tentare l’impossibile operazione di stare sempre e comunque sulla stessa lunghezza d’onda di chi compra e sfoglia questo giornale e si ferma a leggere questa rubrica. Non importa se è stato solo un lettore o i pochi che mi sono sempre immaginato. Ho sempre pensato di certo a loro, pochi o tanti non importa, con i quali si sono instaurati dialoghi che poi sono entrati in pagina.
Come i racconti del mio amico Pino, uno dei tanti diventati protagonisti, grazie al quale ho potuto intercettare gli umori della gente. Ho potuto captare le inclinazioni, i desideri, le attese di chi ogni giorno si mette in moto per tenere in piedi questo incredibile e allo stesso tempo strampalato Paese.
Sono stati loro, le persone normali come me, quelle a cui mi sono sempre rivolto e ispirato. A loro sono debitore per questi lunghissimi tratti trascorsi assieme. A loro, uno a uno, devo tantissimo. A loro, e a tutti voi che ora mi leggete porgo un saluto grato e commosso. Magari sarà solo un arrivederci, perché di certo ci incontreremo in altre occasioni e in altri contesti.
Questa vicenda straordinaria termina qui. E questo ultimo, millesimo pezzo, pure. Chiudo con un “Grazie”. Semplicemente grazie.
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