Al centro la persona
Al centro la persona Prima la pandemia, ora la guerra. Queste due emergenze ci condizionano. Hanno sconvolto le nostre agende, ci dettano le priorità e gli argomenti di cui trattare
Prima la pandemia, ora la guerra. Queste due emergenze ci condizionano. Hanno sconvolto le nostre agende, ci dettano le priorità e gli argomenti di cui trattare. Da tempo ormai, prima il Covid-19 e poi l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, dal 24 febbraio scorso. In questa centrifuga mediatica il rischio è perdere di vista una parte di realtà.
Lunedì scorso abbiamo ricordato il 25 aprile. Per tanti è stata occasione opportuna per rimettere ordine tra aggrediti e aggressori. La guerra è sempre guerra, come ricorda spesso papa Francesco. Ma un conto è difendersi e resistere, come hanno fatto i partigiani che hanno combattuto per la nostra libertà, un altro conto è invadere una nazione confinante, con un governo liberamente eletto, pur con tutti limiti del caso. Ci eravamo appena ripresi dalla crisi del 2020 dovuta alla pandemia con un 2021 dal forte rimbalzo economico. Ora tornano tanti dubbi sulle prospettive per l’anno in corso e per quelli a seguire.
La festa del lavoro di domenica primo maggio con le diverse celebrazioni nelle singole Diocesi (cfr pag. 2 edizione cartacea) ci richiama a porre attenzione a una cultura della cura per fare fronte alle troppe morti a causa del lavoro, un dramma intollerabile per un Paese civile. Le tensioni in campo internazionale per il conflitto in atto hanno fatto schizzare in alto il costo di tante materie prime. Combustibili, metalli e generi alimentari hanno visto i prezzi incrementarsi come forse non accadeva da decenni. In Europa è tornata d’attualità una parola, inflazione, sconosciuta alle nuove generazioni. Dall’avvento dell’euro se ne erano perse le tracce.
Le incognite sul prossimo futuro sono del tutto legittime. Innanzitutto per l’andamento del conflitto che si combatte nel cuore dell’Europa e rischia di protrarsi a lungo. Un’ipotesi che accresce le ombre sulla ripresa e su una possibile riduzione dei prezzi che qualche esperto intravede per la seconda parte dell’anno. L’incertezza è il peggior nemico della crescita. Lo sanno tutti. C’è bisogno di stabilità, di poter programmare con serenità per investire. Abbiamo due transizioni importanti su cui giocare le carte dei fondi Pnrr e del nostro avvenire, anche come Paese: la transizione ecologica e quella digitale. Due campi dalle enormi potenzialità, in grado di creare nuova occupazione, in particolare per i giovani. Torna in primo piano lo slogan proposto dai vescovi italiani: la vera ricchezza sono le persone. Una frase da praticare. Una nuova prospettiva per il lavoro.