Anzitutto, ascoltarsi
Anzitutto, ascoltarsi Ci si presentano tempi durissimi. Nelle scuole non ci sono più gli iscritti. Se non ci fossero i figli degli immigrati, molte classi sarebbero deserte. Le nascite si sono tanto rarefatte che si rischia una vera e propria crisi di sistema. Le politiche che riguardano la famiglia e in particolare il sostegno alla natalità sono simili a quelle ambientali: ci vogliono decenni perché producano effetti
Dicevano che era un pallino dei cattolici. Erano gli anni ’90. Fin da quel tempo ne parliamo su queste colonne. Bollavano l’argomento come una questione confessionale, da parte di chi, dicevano gli altri, era a favore della famiglia che definiscono ancora oggi “tradizionale”. Parlo della crisi demografica, del vero inverno che si sta abbattendo sul nostro Paese con un impatto che i più ancora non intravedono.
Ci si presentano tempi durissimi.
Nelle scuole non ci sono più gli iscritti. Se non ci fossero i figli degli immigrati, molte classi sarebbero deserte. Le nascite si sono tanto rarefatte che si rischia una vera e propria crisi di sistema. Le politiche che riguardano la famiglia e in particolare il sostegno alla natalità sono simili a quelle ambientali: ci vogliono decenni perché producano effetti. Ecco perché qua in Italia non si parte mai. Tanto poi cambiano governo e amministrazioni e chi raccoglie i frutti di quell’impegno?
Meglio concentrarsi su questioni che portano consenso, si pensa da una parte e dall’altra. Non avremo più lavoratori né studenti. Avremo le scuole vuote, gli asili pure e i ricoveri stracolmi. Saremo, a brevissimo, una società di vecchi. I pochi giovani rimasti non sapranno dove mettere gli anziani. Sempre che il sistema, quello del welfare, riesca a reggere.
Fatto per nulla scontato. I politici cattolici, se in giro ne sono rimasti, quale contributo possono portare?
Una sferzata è arrivata domenica scorsa a Cesena da parte del vescovo di Faenza-Modigliana, monsignor Mario Toso (cfr pag. 5 edizione cartacea). «Essere diaspora non porta a granché – ha detto durante la riflessione proposta all’annuale ritiro per i politici che la Diocesi cesenate propone da tempo -. Bisogna sentirsi e parlarsi. Occorre costruire reti su questioni pratiche e impegnarsi su formazione ed educazione». L’obiettivo, ha aggiunto, è quello di arrivare a «una sintesi culturale» per incidere là dove si è. «Se nelle maggioranze non contiamo un fico secco, che ci alleiamo con l’uno o con l’altro non ha importanza».
La novità sta nell’ecologia integrale, quella proposta da papa Francesco nell’enciclica Laudato si’. Una originalità che ancora non ha portato azioni conseguenti. Ma o si guarda l’uomo e l’umanità nella loro interezza o ci si perde in questioni che hanno fiato corto. In gioco c’è il futuro delle prossime generazioni. Ai cattolici il compito di puntare in alto e di leggere la realtà per quella che è, denatalità e ambiente compresi.