Battaglia globale
Battaglia globale In questa pazza guerra tra Russia e Ucraina che non accenna a far intravedere alcuna soluzione, a rimetterci sono sempre i soliti, i più deboli, i più esposti, i più poveri
Alla fine ci prenderanno per fame. Lo stop imposto da Putin all’accordo sul grano deciso lunedì scorso rischia di innescare una nuova impennata dei prezzi sui generi alimentari. Si parla del pane, non di gioielli e nemmeno di pc. Si tratta della sussistenza di milioni di persone che rischiano, per l’ennesima volta, di essere messe all’angolo per la carenza di cibo.
In questa pazza guerra tra Russia e Ucraina che non accenna a far intravedere alcuna soluzione, a rimetterci sono sempre i soliti, i più deboli, i più esposti, i più poveri. Non è retorica questa. È l’amara constatazione della realtà dei fatti.
Da una parte Putin, ormai assediato anche in casa, che tenta di difendere il suo attacco insensato nei confronti di un grande Paese. Dall’altra Zelenski fa leva su un patriottismo estremo che fa della resistenza ultima una leva per il consenso interno e per cercare le alleanze giuste. In questo groviglio di leaderismi duri a morire, anzi destinati all’arroccamento a oltranza per l’ostinazione dei protagonisti, la gente continua a morire sotto le bombe, a rischiare la vita ogni giorno, a convivere con gli allarmi notturni, a dover affrontare un altro inverno al buio, a combattere con un’esistenza di stenti nel cuore di un continente ricco come l’Europa.
I nostri nipoti quando leggeranno di queste assurdità sui libri di storia si chiederanno come i loro nonni abbiano potuto tollerare tutto questo. Gli sforzi per la pace sono davvero pochi. Invece, ogni giorno si sentono minacce di bombe a grappolo, di uso dell’arma atomica. Si vogliono carri armati più tecnologici. Si chiedono più armi e si lasciano milioni di persone prima senza energia e ora di nuovo senza grano.
La guerra schiaccia sempre i più piccoli. La storia lo insegna. I grandi decidono la guerra, ma la combattono quelli che stanno in prima linea. E nel mondo di oggi la prima linea non è più solo quella del fronte, ma anche quella dei mercati internazionali, dello scambio di merci, della produzione di energia e di materiali essenziali per il modo in cui ci siamo abituati a vivere.
Anche in questo intricato contesto c’è chi spera contro ogni speranza. Il cardinale Matteo Zuppi, su incarico di papa Francesco, gira il mondo, dall’est Europa agli Stati Uniti, nel tentativo di tenere accesa questa speranza. A partire dai diritti dei bambini ucraini.
Tra tanti insensati chiamati a prendere decisioni importanti, c’è ancora qualcuno in grado di guardare al bene dell’intera umanità, il vero patrimonio in gioco in questa battaglia ormai globale.