Cattolici ininfluenti?

Cattolici ininfluenti? Oggi nella politica italiana quasi tutti i cristiani lavorano contro gli ideali del Vangelo.

Caro direttore, osservo un triste paradosso: oggi nella politica italiana quasi tutti i cristiani lavorano contro gli ideali del Vangelo.

La sinistra attacca i principi dell’antropologia cristiana: la famiglia, la sacralità della vita dal concepimento naturale alla morte, la libertà d’educazione; e molti cristiani, schierandosi con la sinistra, di fatto contribuiscono a minare questi principi.

D’altra parte la destra attacca i principi della carità cristiana: la fraternità tra i popoli, la solidarietà coi poveri e l’accoglienza degli stranieri; e molti cristiani, schierandosi con la destra, di fatto contribuiscono a minare questi principi.

Dei pochi poi che non sostengono la destra né la sinistra, una parte si schiera col M5S, che attacca sia l’antropologia cristiana sia la carità.

Questo accade per due motivi: il primo è che la sinistra sostiene (anche se non sempre) i principi della carità, e molti cristiani credono che solo appoggiandola li si possano promuovere; viceversa, la destra sostiene (anche se non sempre) i principi dell’antropologia cristiana, e molti cristiani credono che solo appoggiandola li si possano promuovere.

Ma si tratta di una grave mancanza di fede in Dio e anche in sé stessi: la stessa che i profeti rimproveravano ai re d’Israele che pensavano di potersi salvare solo appoggiandosi volta a volta all’Egitto o all’Assiria, e adottando così di fatto i loro idoli.

Il secondo motivo per cui i cristiani lavorano contro i principi evangelici è che alcuni credono davvero solo a metà Vangelo: o credono che serva solo la carità, e dell’antropologia non gli importa; o credono che serva solo una giusta antropologia, e della carità non gli importa. Ma questa è quella che tecnicamente si chiamava un’eresia (dal greco haìresis, scelta), cioè l’errore di scegliere, dal messaggio cristiano, solo quel che più piace o fa comodo, scartando il resto.

A ogni modo, quali che siano spesso anche le loro buone intenzioni, i cristiani in questo modo lavorano gli uni contro gli altri, neutralizzando i rispettivi tentativi di far qualcosa di bene, rendendosi così ininfluenti a vicenda e, di fatto, impedendo la realizzazione anche parziale dei principi evangelici in politica.

Se avessero più fede e miglior dottrina, cioè se fossero cristiani migliori, si unirebbero e promuoverebbero insieme tutta l’etica del Vangelo. Nell’immediato forse sarebbero minoritari, ma in politica non si può aver come unico orizzonte le prossime elezioni, bisogna esser lungimiranti.

Solo una proposta chiara e integrale può parlare alle coscienze e incidere nel lungo periodo. Di sicuro, sono molto più minoritari adesso, essendo divisi: sia nella sinistra che nella destra finiscono per essere irrilevanti, e si illudono pensando di poterle guidare dalla propria parte. Inoltre i principi dell’antropologia e della carità non sono esclusiva dei cristiani, ma patrimonio di ogni persona di buona volontà illuminata dalla ragione naturale, che Dio dona a ciascuno.

Perciò, se i cristiani lavorassero insieme per quei principi non sarebbero soli, ma (come è già successo in passato) diverrebbero un punto di riferimento anche per molti non cristiani, che oggi non possono contare su valide alternative.