La guerra e il ricatto
La guerra e il ricatto Che dovremmo fare? Badare ai nostri interessi immediati e cercare un accordo con il nuovo zar? In questo caso chi potrà darci la certezza che poi dal Cremlino cesseranno le vessazioni sull’Europa e gli alleati?
Mi chiedo se si possa dire di non sapere. Molti ormai fanno finta di nulla. Ci si è fatta l’abitudine, come accade spesso. L’uomo, si sa, è un animale che si adatta nel tempo, anche a quanto non bisognerebbe adattarsi. Riporto alcune frasi dell’arcivescovo di Kiev, monsignor Sviatoslav Shvchuk, rilanciate dall’agenzia Sir martedì scorso.
«Secondo le notizie che riceviamo dalle autorità, dall’inizio della guerra sull’Ucraina sono stati lanciati 3.500 razzi. Questo è un record assoluto nella storia delle guerre moderne. Più di 7.000 civili sono stati uccisi e 5.500 sono rimasti feriti. E parliamo solo dei dati ufficiali, mentre in realtà saranno molti di più». Poi ha aggiunto che almeno un terzo dei connazionali in questo momento è sfollato. Noi, invece, siamo alle prese con i timori per una crisi energetica senza precedenti. Abbiamo paure enormi per l’autunno, per la ripresa delle attività, per il prossimo inverno. In tanti si domandano se ce la faremo anche questa volta. Complice la campagna elettorale in vista delle elezioni politiche del 25 settembre, in tanti si chiedono se sia opportuno proseguire con le sanzioni alla Russia.
Da Mosca ci tirano per la giacca, fanno l’occhiolino ai leader dei partiti e insinuano dubbi nella popolazione.
L’ingerenza nelle nostre vicende interne è evidente, ma facciamo fatica a fare caso pure a quello. Il nostro interesse è da altre parti, ormai. Putin gioca le sue carte e ricatta l’Occidente chiudendo i rubinetti del gas. Non solo: prova ad alzare il prezzo anche di altre materie prime, cercando di mettere in ginocchio quelli che ormai considera, se non nemici, almeno come avversari.
Noi che dovremmo fare? Badare ai nostri interessi immediati e cercare un accordo con il nuovo zar? In questo caso chi potrà darci la certezza che poi dal Cremlino cesseranno le vessazioni sull’Europa e gli alleati? La matassa al momento è molto ingarbugliata e la crisi di governo è stata una sciagura che i cittadini non avrebbero meritato. Un sondaggio di lunedì scorso assegna agli indecisi il partito più consistente, oltre il 40 per cento. Questo la dice lunga sulla delusione che serpeggia nella gente.
Rimane la guerra in atto, «una ferita aperta sul corpo dell’umanità di oggi, un grande crimine», ha aggiunto il presule ucraino. Noi vogliamo renderci corresponsabili? La ricerca del dialogo deve proseguire, a qualunque costo, accompagnata dalla fermezza di non voler stare sotto scacco da parte di nessuno, presidente russo compreso.