Mass media strabici

Mass media strabici Il periodo dell’Avvento ci invita a una sosta di riflessione che i più rifuggono preferendo catapultarsi nel vortice del clima natalizio creato per fini commerciali

Una valanga comunicativa ci travolge. È quello che accade ogni giorno senza che noi ne siamo consapevoli. Anzi, molto spesso siamo convinti dell’esatto contrario. Immersi come siamo nel mare digitale, ognuno di noi pensa di poter controllare ciò che accade nei cinque continenti, in tempo reale. Se ci fermiamo a riflettere, e l’invito che rivolgo ai lettori è proprio questo, ci rendiamo conto che la realtà è diversa da come la percepiamo.

Il periodo dell’Avvento ci invita a una sosta di riflessione che i più rifuggono preferendo catapultarsi nel vortice del clima natalizio creato per fini commerciali. Pensiamo al trattamento riservato dai grandi mass media alle due guerre in atto non troppo lontane da noi, quella in Ucraina dal febbraio 2022 e quella in Medio Oriente scoppiata con gli improvvisi attacchi del 7 ottobre scorso. Dopo l’enorme emozione scatenata nel primo caso dall’invasione da parte della Russia e nel secondo con le incursioni da parte dei miliziani di Hamas, entrambi i conflitti, in maniera diversa, sono scesi nella graduatoria delle notizie.

Per le popolazioni che si trovano ad affrontare un nuovo inverno sotto le bombe russe è forse migliorato qualcosa rispetto a un anno o ad alcuni mesi fa? Ricordo i viaggi effettuati al confine tra Polonia e Ucraina per portare aiuti umanitari. Nel marzo 2022 i magazzini erano stracolmi di generi alimentari, letti, carrozzine per bambini e anziani, con la fila dei tir che faticavano a darsi il cambio per lo scarico. Solo pochi mesi dopo la situazione era opposta. Oggi quasi non si parla più di guerra in Ucraina.

Lo stesso accade con il conflitto israelo-palestinese tornato di enorme attualità. Dopo le prime settimane di grandissima allerta, ora il festival di Sanremo e l’approssimarsi delle vacanze natalizie hanno la meglio sulle sofferenze dei due milioni di sfollati intrappolati a Gaza. Per non parlare dell’alluvione di maggio che ha toccato tanti nel cuore e nella carne, oggi sparita dai radar. Anzi, parlare di questione ambientale oggi è visto quasi con fastidio.

Davanti a questo strabismo, molto pericoloso, dettato da altri, tutti annaspiamo nel trovare una bussola. Tenere desta l’attenzione sul mondo intero è impossibile, tuttavia occorre essere vigilanti e non scivolare nel flusso mediatico dettato da altri. Questi dieci giorni prima del Natale sono una buona occasione per ristabilire priorità.