Nascite, ora di agire

Nascite, ora di agire Ce ne accorgeremo quando sarà troppo tardi. Ne prenderanno coscienza le prossime generazioni quando si troveranno ad affrontare la questione anziani

Ormai siamo in trappola. La vera faccenda è che non vogliamo vedere e non vogliamo rendercene conto. Ce ne accorgeremo quando sarà troppo tardi. Ne prenderanno coscienza le prossime generazioni quando si troveranno ad affrontare la questione anziani. Sì, perché tra 20 anni ( cfr pezzo a pag. 9 edizione cartacea) si prevedono 100 bambini ogni 330 vecchi. Oggi ce ne sono 100 su 200. Una bomba a orologeria di cui conosciamo la portata e la data dello scoppio, ma che purtroppo in pochi prendono sul serio. Ed esploderà sulla sanità, sulle pensioni, sugli strati più deboli della popolazione.

La vicenda nota a tutti è quella del cosiddetto inverno demografico. Nei giorni scorsi sono stati diffusi i dati provvisori sull’andamento del 2023. I numeri parlano chiaro: siamo a quota 379 mila nati residenti in Italia, un livello mai raggiunto negli ultimi decenni. Rispetto all’anno precedente si contano 14 mila nascite in meno, il 3,6 per cento. Un nuovo tonfo che segue anni tutti negativi. La riduzione del tasso di natalità riguarda sia i nati italiani sia quelli di cittadinanza straniera.

Con l’emergenza climatica, quella demografica costituisce una coppia di fattori molto preoccupanti. Sia per mantenere le temperature del pianeta a un livello accettabile, sia per invertire il trend delle nascite non ci vogliono buone intenzioni.

Occorrono fatti concreti, investimenti imponenti, politiche di lungo periodo. Elementi che in argomento immobilizzano la politica, sia in Italia sia in Europa. Sì, perché si tratta di interventi che hanno la loro valenza solo tra decenni. L’impasse sta tutta qui: in una politica, di ogni colore, che non sa guardare oltre la prossima scadenza elettorale. È vero, sulle vicende della demografia e del clima si tengono numerosi convegni e si fanno assemblee anche molto partecipate con esperti e nomi autorevoli. Poi tutto finisce in buoni propositi finora mai tradotti in azioni efficaci capaci di invertire la rotta intrapresa.

Se in tema ambiente qualcosa si sta realizzando, anche sulla spinta dell’Unione europea, l’affaire nascite rimane al palo, da sempre. «Ancora dibattiamo se è una questione culturale, sociale, economica, antropologica e non facciamo nulla per arginare il fenomeno», ha detto Gigi De Palo in un’intervista rilasciata all’agenzia Sir.

Stiamo a discutere sui cavilli, si potrebbe aggiungere, quando la casa brucia. Il tempo non può più attendere. Tocca a noi agire, senza ulteriori rimandi.