Natura spettacolo. Perché?

Natura spettacolo. Perché? Qualcuno si chiederà perché? Per quale motivo il Corriere Cesenate si deve spendere per pubblicare sia sull’edizione cartacea sia su quella online tante foto di alberi in fiore? Perché dà spazio alla rinascita della primavera, a un tramonto mozzafiato o a un arcobaleno che compare dopo un temporale?

Qualcuno si chiederà perché? Per quale motivo il Corriere Cesenate si deve spendere per pubblicare sia sull’edizione cartacea sia su quella online tante foto di alberi in fiore? Perché dà spazio alla rinascita della primavera, a un tramonto mozzafiato o a un arcobaleno che compare dopo un temporale?

Dal 30 marzo dello scorso anno, per la verità avveniva già da tempo, stiamo spingendo su questo versante. Non manca giorno che sul nostro sito non compaia una foto che riguarda lo spettacolo nel quale siamo immersi. Troppo spesso, presi come siamo tutti dalla fretta e dall’abitudine, rischiamo di non accorgerci di quel che ci circonda.

Non abbiamo occhi o non abbiamo cuore? Forse non prestiamo attenzione a sufficienza. O meglio, ci manca consapevolezza di quel che abbiamo per mano, di quanto ci viene donato e offerto a nostro vantaggio, per il nostro bene, per la nostra vita, per la nostra realizzazione. Che meriti particolari abbiamo? Come possiamo ricambiare quanto ci viene gratuitamente offerto in così larga quantità?

“L’alternanza di colori e di quadri d’autore lascia senza fiato”, era scritto lo scorso anno in prima pagina di questo giornale. Nel servizio all’interno avevamo ricordato il Creato con la C maiuscola, come continuiamo a fare ogni volta che torniamo in argomento. E poi la chiusa: “Con lo sguardo attratto dall’intensità dei colori e un pensiero grato rivolto a Chi ha pensato questo affresco meraviglioso”.

Sta tutta qui la spiegazione, in quel Chi. In quell’autore cui va il nostro pensiero dopo aver assaporato con tutto noi stessi quanto di incredibile ci è dato da vivere. Il meglio dei fiori che uno si ritrova come dono – risponde don Julian Carron nel librointervista fatto assieme al vaticanista Andrea Tornielli, ricordando un esempio che spesso utilizza con gli studenti all’Università cattolica di Milano – è il rimando a chi li ha donati. A chi li riceve interessa scoprire chi gli vuole così bene da averglieli mandati. È un atto di riconoscenza il nostro, non dovuto, ma voluto cercato trovato. Da comunicare perché non si può trattenere per sè. È una presa di coscienza, uno scoprire che dietro a un dono c’è sempre qualcuno che agisce.

Non possiamo non domandarci chi ha compiuto tutto questo. Chi ha pensato quello che ammiriamo? È la domanda che vorremmo risuonasse in ciascuno di noi. Non si tratta di un quesito ingenuo, né di un atteggiamento infantile. Tutt’altro. È, invece, quella ricerca che nasce dallo stupore di chi si scopre bisognoso di alzare lo sguardo verso il cielo per scrutare ciò che sta oltre il cielo.