Orfanezza e senso del Padre

Orfanezza e senso del Padre Le parole di papa Francesco vanno diritte al cuore. Domenica scorsa ha parlato di orfanezza. Stranissimo e bellissimo al tempo stesso. Un termine inconsueto, di quelli che usa Bergoglio, in un italiano intriso di umanità

Ho pubblicato tutti i giorni l’omelia di papa Francesco da Casa Santa Marta. L’ho letta ogni mattina ed evidenziata sul nostro sito online. Non ho mai assistito alla Messa, fino a domenica scorsa. È stata un’esperienza molto particolare. Non mi ha lasciato indifferente. Il Papa che gira le pagine del messale da solo. Che va al leggio e si sistema il microfono. Dialoga con i pochi presenti in cappella e col mondo intero. Alla fine della celebrazione eucaristica mi aspettavo gli avvisi, come fa un buon parroco, ogni domenica, con la comunità a lui affidata.

Poi le parole di papa Francesco, diritte al cuore. Domenica scorsa ha parlato di orfanezza. Stranissimo e bellissimo al tempo stesso. Un termine inconsueto, di quelli che usa Bergoglio, in un italiano intriso di umanità. “Soltanto con questa coscienza di figli che non sono orfani – ha detto tra l’altro il Pontefice – si può vivere in pace fra noi. Le guerre, sempre, sia le piccole guerre o le grandi guerre, hanno sempre una dimensione di orfanezza: manca il Padre che faccia la pace”.

L’orfanezza e il senso del Padre. Il senso di qualcosa che manca, che non si trova. Che si cerca, con ansia anche, ma spesso non si sa neppure bene cosa possa essere. Giriamo a mille. È successo anche in queste settimane di ritiro forzato. È capitato anche a noi, super impegnati nel dare le notizie, nel commentare, nell’ascoltare, nel dare voce ai protagonisti piccoli e grandi chiamati a contrastare questo virus che ci ha travolti e chissà come ci ha restituiti alla nuova realtà.

Tentiamo di aggrapparci a qualcosa, a qualcuno. Spesso annaspiamo. Siamo in affanno. A volte ci manca il respiro, come sanno bene quanti si sono ammalati di Coronavirus. Non trovando sponde, diventiamo insopportabili. Ci lamentiamo di tutto, anche di chi vive accanto a noi. “Una delle conseguenze del senso di orfanezza è l’insulto, perché se non c’è il Padre non ci sono i fratelli, si perde la fratellanza”, ha ribadito Francesco.

Al primo giorno senza il commento del Papa alla Messa del mattino e la sua preghiera per qualcuno in particolare avvertiamo ancora più vivo questo senso di orfanezza. Ci manca qualcosa. Ci manca qualcuno. Anche quel parroco vestito di bianco. Le sue parole. Il suo calore, il suo affetto, la sua paternità che avvolge e consola.

Ma Francesco indica un Altro, non se stesso. È chiarissimo il suo messaggio, come ha fatto nei giorni così condizionati dalla pandemia. L’uomo da solo non può nulla. “Dolcezza, rispetto, mitezza sono atteggiamenti di appartenenza a una famiglia” che ha un Padre, ha spiegato Francesco.

E se abbiamo un unico Padre siamo fratelli tra noi.