Paradosso da vivere
Paradosso da vivere La questione che si pone a ogni generazione è come rendere visibile e presente il regno di Dio. Anzi, è possibile renderlo presente, verificabile, ora?
Come agnelli in mezzo ai lupi. Così i cristiani sono inviati nel mondo, a due a due, come invitava a fare il brano del Vangelo di due domeniche fa.
“La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai”. Questa è la missione: andare e annunciare. Anzi, forse ancora meglio: testimoniare. Sì, perché oggi hanno molta più presa i testimoni rispetto ai maestri. Meglio ancora se maestri-testimoni.
Perché dico questo? Perché nel pieno dell’estate, con una siccità che non dà respiro, la guerra nel cuore dell’Europa, una crisi economica che non molla la presa e preannuncia scenari di sventura, mi occupo di questi argomenti?
Pare ormai vicina una crisi di governo per l’esecutivo guidato da Mario Draghi, e noi qui di che parliamo? Di agnelli in mezzo ai lupi? L’incontro che abbiamo sperimentato ci muove ogni mattino, dal primo risveglio. Non può accadere diversamente per chi ha scoperto cosa vale nella vita. È la parabola del tesoro trovato nel campo e della moneta perduta. Si fa di tutto per averli, il tesoro o la moneta smarrita, e non si sta in pace fino a quando non si ritorna in loro possesso. Non ci si dà pace, perché altrove la pace non si trova. Inutile dannarsi l’anima, come fa il mondo da sempre, creandosi idoli che puntualmente deludono.
La questione che si pone a ogni generazione è come rendere visibile e presente il regno di Dio. Anzi, è possibile renderlo presente, verificabile, ora? “Adesso è il tempo di Dio”, ha detto nell’omelia un giovane sacerdote commentando la pagina di Luca dei 72 inviati a coppie.
La questione autentica, che rimane aperta e fa leva sulla libertà individuale, è legata all’accoglienza che ciascuno di noi fa alla chiamata del Signore. Quando? Dove e perché?
Qui stanno i dilemmi. E l’invito è rivolto a chi? «L’unica cosa che conta nella vita è amare ed essere amati», ha aggiunto lo stesso prete citato sopra scavando nell’animo dei presenti. Non conta molto altro. Ma l’amore è una dimensione infinita, che nulla cerca per sé e tutto dona per gli altri.
Come accade a una madre nei primi mesi di vita del figlio: ogni suo istante è per la nuova creatura. Così ha fatto nostro Signore. Così siamo chiamati a fare noi, in questo tempo, in questa epoca che ci appare tanto travagliata e difficile.
L’esperienza cristiana ci propone un legame liberante che con fatica altri riescono a comprendere. Il paradosso sta tutto qui. La sua validità è sperimentabile. Basta volerlo.