Scarto quotidiano
Scarto quotidiano Basta con la legge del più forte, è il non detto del Papa. Basta con le prevaricazioni. Da questa grave crisi globale usciremo migliori o peggiori di prima, «uguali no». Da tutto il pianeta sale «il grido della terra e dei poveri». Siamo chiamati ad ascoltarli entrambi, come ci sollecita con grande forza Francesco
Una doppia domanda. È quella che ha posto lunedì scorso papa Francesco durante l’udienza concessa ai partecipanti all’assemblea plenaria della Pontificia accademia per la vita. «È giusto eliminare – ha chiesto il Pontefice – fare fuori una vita umana per risolvere un problema? È giusto affittare un sicario per risolvere un problema? Questo è l’aborto».
Sono parole pesanti come macigni, pronunciate all’indomani del referendum con cui anche la piccola Repubblica di San Marino ha abrogato la legge con la quale l’aborto era considerato un reato. Ma quel che è vero, la realtà che sta sotto i nostri occhi, sembra voler dire a chiarissime lettere papa Francesco, mica si può nascondere: questo è l’aborto. È questo, «proprio un omicidio», non altro. «Un’abitudine bruttissima», diventata oggi «un modo normale».
Una quotidianità da cui rifuggire che invece è entrata nella mentalità comune. Tutto questo è frutto di un modo di pensare, di quella «cultura dello scarto» messa in evidenza in numerose occasioni da Bergoglio.
Così «c’è anche lo scarto dei bambini che non vogliamo accogliere – ha aggiunto il Papa – con quella legge dell’aborto che li manda al mittente e li uccide direttamente». Si può essere più chiari di così? Francesco non le manda a dire e non l’ha fatto nemmeno qualche giorno fa intervenendo in tema di interruzione volontaria di gravidanza.
«E poi – ha proseguito Francesco – dall’altra parte gli anziani: gli anziani che pure sono un po’ materiale di scarto, perché non servono… Ma sono la saggezza, sono le radici di saggezza della nostra civiltà, e questa civiltà li scarta».
Ma non è finito. C’è anche «l’eutanasia nascosta», quella che secondo il Pontefice fa dire: «le medicine sono care, se ne dà la metà soltanto».
Non è questione di una normativa o dell’altra. Qua la faccenda è la cultura dello scarto. La vita e la salute riguardano la dignità della persona umana, quella che sempre dovremmo considerare intangibile dal concepimento fino alla morte naturale.
Basta con la legge del più forte, è il non detto del Papa. Basta con le prevaricazioni. Da questa grave crisi globale usciremo migliori o peggiori di prima, «uguali no». Da tutto il pianeta sale «il grido della terra e dei poveri». Siamo chiamati ad ascoltarli entrambi, come ci sollecita con grande forza Francesco.
Sta a noi, non ad altri. Non importa se il mondo va in un’altra direzione. Noi su quale strada ci vogliamo incamminare?