Tutti vulnerabili

Tutti vulnerabili La scia di sangue e di terrore non si ferma, in una spirale di violenze e di vendette. Il mondo vive con il fiato sospeso, nella speranza che possa accadere anche ciò che al momento appare insperabile

“Un passo oltre l’odio”. È un titolo forte quello proposto martedì scorso in apertura di prima pagina dal quotidiano Avvenire. Poi la foto di una donna in lacrime, durante il funerale di una delle vittime dell’attacco di Hamas di sabato 7 ottobre. I morti di questo nuovo fronte che si è aperto all’improvviso sono già almeno cinquemila, mentre sono a decine di migliaia i feriti. Senza distinzioni, da una parte o dall’altra.

La scia di sangue e di terrore non si ferma, in una spirale di violenze e di vendette. Il mondo vive con il fiato sospeso, nella speranza che possa accadere anche ciò che al momento appare insperabile. I civili bloccati nella Striscia di Gaza sono un paio di milioni. Vivono in trappola, assediati come sono da ogni lato. Le corrispondenze che si leggono in questi giorni drammatici ripropongono una tragedia di cui negli ultimi tempi si erano smarriti i contorni. I guerriglieri di Hamas, armati e addestrati, hanno sferrato un attacco che neanche si riesce a definire per vigliaccheria e per il coinvolgimento dei civili. La risposta di Israele non si è fatta attendere e le incursioni in quel lembo di terra che è la Striscia hanno causato morte e distruzione.

Lunedì sera in Europa è tornato l’incubo terrorismo, con l’attentato in cui a Bruxelles sono rimasti uccisi due cittadini svedesi, prima di una partita tra Nazionali di calcio. Tutti siamo vulnerabili e la nuova esplosione del conflitto israelo-palestinese ha riacceso gli animi di molti miliziani disposti a tutto e presenti in ogni continente.

Nessuno può sentirsi al sicuro, nonostante le misure adottate e le rassicurazioni dei governi dei Paesi occidentali. Non è quello che ci saremmo aspettati in questo momento. Dopo la pandemia e l’insensata guerra nel cuore dell’Europa tra Russia e Ucraina, il nuovo fronte in Medio Oriente fa comprendere cosa significhi la terza guerra mondiale a pezzi, da cui mette di continuo in guardia papa Francesco. Ma il Pontefice rimane inascoltato e le conseguenze, nonostante i mille appelli e gli sforzi diplomatici, ricadono su cittadini innocenti e sui nuovi profughi in fuga, a milioni.

“Chiedete pace per Gerusalemme”. L’ha scritto il cardinale Zuppi sempre su Avvenire di martedì scorso, citando il salmo 122. Pace e giustizia, per non soffocare sotto il peso di una rivalità crescente. Le guerre sono sempre una sconfitta, ripete Bergoglio. Ma l’uomo di oggi, che veste i panni di Caino, pare voltarsi da un’altra parte.