Uno sguardo al cielo

Uno sguardo al cielo Un tempo le nostre nonne ci invitavano a fioretti e rinunce per farci comprendere che occorreva prepararsi a dovere alla Resurrezione di nostro Signore. I tempi sono cambiati

È ormai tempo di Quaresima. Sembra strano, ma questa è la realtà. Quest’anno, con la Pasqua molto bassa, il carnevale è breve e siamo già al mercoledì delle ceneri (14 febbraio).

Ci tuffiamo subito in un periodo forte dell’anno, un tempo caratterizzato da digiuno, astinenza e preghiera. Un tempo le nostre nonne ci invitavano a fioretti e rinunce per farci comprendere che occorreva prepararsi a dovere alla Resurrezione di nostro Signore.

I tempi sono cambiati. Del carnevale ci accorgiamo perché ogni occasione è propizia per fare festa. Ed è anche giusto così. In tante nostre parrocchie ci si ritrova per stare insieme. In altre si sfila con i carri anche in centro città, come avviene ad esempio a Ravenna, per iniziativa della Chiesa locale. Fin qui tutti d’accordo. Ma sul resto?

Sul resto accade che forse di quaresime ce ne sono anche troppe, viste le sofferenze che si vivono in tante parti del globo. L’ha ricordato papa Francesco nel suo messaggio scritto per l’occasione. Il male rischia di vincere sul bene, come se l’uomo di oggi avesse una specie di nostalgia, «un’attrazione verso la sicurezza delle cose già viste, a discapito della libertà». Invece, si chiede il Pontefice: «Desidero un mondo nuovo? Sono disposto a uscire dai compromessi col vecchio?».

Ma chi si cura più dell’altro? Chi è disposto a mettere in gioco la sua vita per chi gli vive accanto ed è meno fortunato? Rischiamo tutti il vortice dell’indifferenza, quella globalizzazione da cui metteva in guardia Bergoglio fin dal suo primo viaggio a Lampedusa, davanti ai troppi morti in mare.

Diciamocelo: preferiamo vivere nel bel mezzo del carnevale, quello di chi sta bene, a pancia piena, senza problemi, in questo nostro mondo ricco di benessere materiale. Di chi rimane escluso ci importa, ma fino a un certo punto. Così come accade ora in vista del periodo in preparazione alla Pasqua. La Quaresima? Roba per vecchi, d’altri tempi, non più in linea con l’era digitale, di un mondo che pare non fermarsi mai.

Nonostante tutto questo, la Chiesa ci invita a una sosta. Come una mamma che si cura dei suoi figli, qualcuno sa che abbiamo bisogno di fermarci. Non in ozio: una sosta di preghiera, ascolto di Dio, per ritrovare ciò che è essenziale. E poi ripartire con quel che conta davvero.

Proposte fuori dal mondo? Di certo fanno alzare lo sguardo verso il cielo. A volte anche oltre.