Un vero cittadino d’Europa e un politico a servizio di tutti
Un vero cittadino d’Europa e un politico a servizio di tutti La testimonianza dell’ex sindaco di Cesenatico e già eurodeputato che ha conosciuto David Sassoli sui banchi del Parlamento, a Bruxelles
Poche righe, ma sincere per testimoniare la bellezza di una persona semplice, quella del presidente del Parlamento europeo David Sassoli morto martedì della scorsa settimana, con dei valori in cui credeva fermamente, aperto al dialogo con tutti e che certificava il suo operato con il sorriso.
Cattolico democratico per formazione e convinzione, ha messo al centro del suo essere e del suo fare la persona e la comunità, i diritti e i doveri di ciascuno, le libertà e le relative responsabilità.
Ho avuto la fortuna di condividere con David per quasi 5 anni l’esperienza al Parlamento europeo. Lui era già al suo secondo mandato ed vicepresidente del Parlamento. Io, invece e imprevedibilmente, mi ero trovato catapultato in questa dimensione straordinaria che mi affascinava, ma che al tempo stesso mi incuteva un po’ di timore. Quando arrivai a Bruxelles per la prima volta, presso la sede del Parlamento, lui mi accolse con calore e mi mise a disposizione un suo collaboratore per farmi conoscere tutti “i segreti” di questo, per me, nuovo mondo.
Ogni tanto mi chiamava nel suo ufficio, voleva sapere del mio lavoro, mi dava e chiedeva consigli per avere sempre il polso della situazione dentro “il Palazzo”, lui che era fra i vertici.
David era una persona umile e curiosa che dedicava parecchio tempo all’ascolto degli altri. Da bravo comunicatore quale era che credeva fermamente nel progetto di un’Europa più forte e unita, ha lavorato per rendere le istituzioni europee più vicine ai
cittadini, per un‘Europa capace di essere “più grande coi grandi e più piccola coi piccoli”. Si è impegnato con decisione per rafforzare i poteri del Parlamento europeo, l’ unica istituzione eletta direttamente dai cittadini e per contrastare gli egoismi e le chiusure dei singoli Stati nazionali. Lui che da giovane aveva salutato con entusiasmo, la caduta del muro di Berlino era solito ripetere: «Non ho cambiato idea; i muri vanno abbattuti non costruiti ». Noi europei siamo pochi, appena il 7 per cento della popolazione mondiale e stiamo invecchiando. Se ci dividiamo diventiamo irrilevanti e rischiamo di diventare “il museo del mondo”: questa era la convinzione forte che ci ha sempre unito.
Ricordo che quando venne a Cesenatico, rimase incantato dalla bellezza delle barche del museo della marineria e insieme commentammo: «Questa è l’Europa, l’Europa delle città, l’Europa delle persone ».
Grazie a David e alla sua limpida testimonianza abbiamo capito che l’Europa non sta a Bruxelles o a Strasburgo, ma che “l’Europa siamo noi”.
Durante i primi mesi della pandemia, quando molti funzionari e parlamentari lavoravano da remoto e attorno ai muri dell’edificio che a Bruxelles ospita il Parlamento c’erano persone senza tetto che dormivano al freddo, il presidente Sassoli volle farli entrare nel Palazzo e fece adibire quei locali inutilizzati a mense e alloggi.
Ebbene, questo è il volto bello e vero dell’Europa che i padri fondatori avevano sognato e che David, con i fatti e non solo a parole, ha incarnato.