Hikikomori
Hikikomori Si contano oltre un milione di Hikikomori in Giappone, ma il fenomeno si sta rapidamente diffondendo anche in Italia colpendo principalmente giovani tra i 14 e i 30 anni di sesso maschile, con una percentuale di ragazze che sfiora il 30 per cento.
Ultimamente si sente sempre più parlare di Hikikomori, termine giapponese che significa «stare in disparte» e indica chi si ritira in un isolamento estremo.
Si contano oltre un milione di Hikikomori in Giappone, ma il fenomeno si sta rapidamente diffondendo anche in Italia colpendo principalmente giovani tra i 14 e i 30 anni di sesso maschile, con una percentuale di ragazze che sfiora il 30 per cento. Le ultime stime parlano di centomila casi nel nostro Paese.
Un hikikomori è un giovane che vive nella sua camera da letto, senza avere alcun tipo di contatto diretto con il mondo esterno. È, di fatto, un adolescente che affronta una grave crisi evolutiva. L’abuso di internet è una conseguenza del suo malessere, non è la causa. Gli hikikomori sono ragazzi spesso intelligenti, ma anche particolarmente sensibili ai fallimenti. Temono di non essere all’altezza delle aspettative di successo e popolarità del gruppo dei pari e degli adulti di riferimento. A volte dietro il ritiro si nasconde una storia precedente di bullismo.
Come si può fare per aiutarli? I genitori, come gli insegnanti, devono essere consapevoli che il ragazzo è in un momento di grande fragilità. L’operazione frettolosa, di alcuni genitori disperati, di togliere internet si rivela inutile o, ancor peggio, dannosa. È importante chiedere aiuto a psicoterapeuti ed entrare in un percorso di cura dove sia il padre che la madre vengano coinvolti. È necessario un lavoro sinergico tra psicoterapeuta e genitori. Si lavora insieme per adottare un intervento educativo nuovo, che consideri le esigenze evolutive del figlio in difficoltà.
Anche la scuola è chiamata a tener conto di questo fenomeno in termini preventivi e non solo, offrendo, nei casi conclamati, l’opportunità di una scolarizzazione alternativa. Per chi volesse approfondire l’argomento, il prossimo 21 ottobre, alle 21, presso il cinema Eliseo di Cesena, all’interno della consueta rassegna di “Cinema e Psiche”, sarà proiettato il film “Mille modi per descrivere la pioggia”.
Dopo la proiezione ne parleremo con il dottor Franco Mazzini, pediatra adolescentologo Ausl della Romagna sede di Cesena e la dottoressa Antonella Rogai, medico e referente Romagna dell’associazione Hikikomori Italia Genitori.