Il trauma

Il trauma Quando il dolore esce dall’argine della pensabilità, si perdono le coordinate e si apre una voragine interna spaventosa. Ci si ritrova senza direzione, in un inabissamento che toglie la parola.

La parola trauma deriva dal verbo greco τραῦµα, che significa “perforare”, “danneggiare”, “ledere” e si riferisce sia ad una ferita con lacerazione sia alle conseguenze di uno shock sull’organismo.

L’impatto traumatico lascia nella vita psichica una impronta. Tale impronta può avere varie intensità: può essere paragonata all’impronta lasciata dal piede sulla sabbia o a una cicatrice che deturpa per sempre.

Quando il dolore esce dall’argine della pensabilità, si perdono le coordinate e si apre una voragine interna spaventosa. Ci si ritrova senza direzione, in un inabissamento che toglie la parola. Il trauma più comune è rappresentato dal lutto. Ma quando il trauma riguarda la “morte” di una parte di sé, come può essere una funzione della mente o del proprio corpo, la ferita destrutturante appare irreparabile.

L’effetto di questi traumi segna uno spartiacque tra un prima e un dopo che modifica inevitabilmente l’assetto identitario. Si costituisce allora nella vita psichica della persona traumatizzata un’area chiusa, separata da sé.

Sebbene vi siano eventi definibili traumatici per chiunque, la reazione al trauma rimane un aspetto del tutto soggettivo, dipendente dalla propria struttura interna. Freud (1932) sosteneva: «Se gettiamo per terra un cristallo, questo si frantuma, ma non in modo arbitrario; si spacca secondo le linee di sfaldatura in pezzi i cui contorni, benché visibili, erano tuttavia determinati in precedenza dalla struttura del cristallo».

Per un approfondimento sul tema vi invito a partecipare all’appuntamento di lunedì 4 novembre alle 21 presso il cinema Eliseo di Cesena. Sarà proiettato il film Rwanda, a seguire interverranno la dottoressa Laura Ravaioli, psicoanalista Spi, il dottor Pier Paolo Scopa, neuropsichiatra infantile Npia Ausl della Romagna sede di Cesena e il regista Riccardo Salvetti.