Padre-figlia
Padre-figlia Nello sviluppo psico-affettivo delle bambine, la relazione con il padre ricopre un ruolo fondamentale. Durante l’infanzia la figlia desidera segretamente essere l’unico oggetto d’amore paterno avendo la meglio sulla madre. Questo vissuto è ben rappresentato dalla costellazione classica del complesso di Edipo.
Nello sviluppo psico-affettivo delle bambine, la relazione con il padre ricopre un ruolo fondamentale. Durante l’infanzia la figlia desidera segretamente essere l’unico oggetto d’amore paterno avendo la meglio sulla madre. Questo vissuto è ben rappresentato dalla costellazione classica del complesso di Edipo.
Il padre rappresenta il primo incontro con il mondo maschile. Attraverso il rapporto con il padre, la figlia acquisisce elementi conoscitivi e costruisce una immagine dell’uomo. Su queste basi la figlia adulta sceglie il proprio partner sessuale. Pertanto le dinamiche della relazione padre-figlia incidono in modo basilare sulle scelte esistenziali e sentimentali di una donna.
D’altro canto il ruolo del padre è quello di accompagnare la propria figlia nel processo evolutivo. Guidarla in modo protettivo e gradualmente favorire il processo separativo per permettere alla figlia/donna di cambiare il proprio oggetto d’amore verso un compagno sessuale adulto. Nelle parole della psicoanalisi: un buon genitore non soffoca l’Edipo e al contempo non lo sovra-stimola.
Stefano Bolognini, noto psicoanalista bolognese, scriveva in un articolo del 1994: «Ogni buon padre dovrebbe ballare almeno un valzer con la figlia, e mostrarsene commosso e onorato. Ogni bimba dovrebbe aver avuto la possibilità di ballare questo valzer con il proprio papà o con un suo equivalente veramente amorevole, sentendosi stimata, valorizzata e ammirata, per poter planare con dolcezza nel prendere contatto con la sempre dolorosa disillusione edipica. Così come ogni padre dovrebbe poi sapersi fare da parte, all’epoca giusta, per non impedire il distacco progressivo nella giovinezza, dopo avere protetto e favorito la crescita: fino a quando la accompagnerà simbolicamente all’altare, per consegnarla al suo vero compagno sessuale adulto (…). Il genitore dovrebbe ballare ufficialmente e pubblicamente un valzer con la figlia, dunque: ma non un tango, aggiungerei, e non in privato».