Domenica 1° ottobre – Santa Teresa Gesù Bambino – Anno A

Domenica 1° ottobre - Santa Teresa Gesù Bambino - Anno A UNO SGUARDO DIVERSO CHE FA CAMBIARE ROTTAEz 18,25-28; Salmo 24; Fil 2,1-11; Mt 21,28-32

Quante volte, da adolescente, dopo un rifiuto deciso di mia madre a una mia “folle” richiesta ho sbottato ferocemente gridando: «Allora scappo di casa». Ma poi non l’ho mai fatto. Quel “cambiamento”, avvenuto ogni volta, è il tema centrale della parabola di questa domenica, è ciò che ha vissuto anche il primo figlio descritto nel brano del Vangelo che, dopo aver rifiutato l’invito del padre al lavoro nella vigna, si pente e aderisce alla proposta. Questa trasformazione corrisponde alla dinamica della conversione: un’inversione di rotta verso la direzione giusta. Soprattutto, un cambiamento di mentalità, di visione delle cose, un passaggio da un modo di agire sbagliato a un altro corretto e diretto a fare il bene.

Gesù presenta questo semplice racconto “ai sacerdoti e agli anziani del popolo”, cioè a quanti allora guidavano la nazione ebraica e si atteggiavano a modelli della vita di fede. Egli intende smascherare la loro ipocrisia, mentre dimostra di apprezzare quanti, pur avendo condotto una vita disordinata, sono capaci di una sincera conversione.

Lo riconosce nei pubblicani e nelle prostitute, cioè nei peccatori pubblici che, oltre a essersi abituati a frequentare il Maestro, hanno ascoltato la parola del precursore Giovanni. In loro, o almeno in molti di loro, il processo esteriore si manifesta nella decisione di lasciare comportamenti errati e modi di fare disonesti. Basti pensare alle esperienze di Matteo e di Zaccheo, dopo aver incontrato Gesù, come pure ai meravigliosi racconti di tante donne che si aprono a una nuova vita.

Ma dietro questi cambiamenti esterni abita un processo ben più significativo che la parabola esprime sottilmente quando definisce l’identità del protagonista, il padrone della vigna: all’inizio è “un uomo”, alla fine diventa il padre. Questo, di fondo, è l’essenziale su cui la Parola ci orienta.

La dinamica della conversione, ma più profondamente la trasformazione del proprio punto di vista: si comincia a vedere che colui che chiede, che “comanda”, non è un uomo qualsiasi, tanto meno un padrone. Si tratta piuttosto del padre. E allora si coglie, scendendo ancor più radicalmente, che la vera conversione porta a un mutamento degli affetti: quest’uomo, che è mio padre, diviene oggetto del mio amore perché scopro che lui per primo mi ama. Quello che succedeva a me quando dopo la collera iniziale riuscivo a scorgere dietro quei “no” mia madre e tutto il suo amore nei miei confronti.