Domenica 10 dicembre – 2ª domenica di Avvento – Anno B
Domenica 10 dicembre - 2ª domenica di Avvento - Anno B NON BASTANO LE NORME CRISTO CHIEDE L’AMOREIs 40,1-5.9-11; Salmo 84; 2Pt 3,8-14; Mc 1,1-8
Poche parole e Marco mostra il cuore della buona notizia: Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Gesù è Messia, ma in modo diverso dal messia-guerriero pensato nel periodo. È Figlio di Dio e verrà a inaugurare il regno di Dio, ossia l’amore universale del Padre.
Marco cita due brani tra Isaia e l’Esodo, vissuti da Israele: quello di liberazione dalla schiavitù egiziana e quello della prigionia babilonese, per indicare che tutta l’attività di Gesù è nel segno della liberazione del popolo e della nostra interiorità. La via di Dio diventa la via di Gesù. Marco prosegue con altra citazione del secondo esodo: «Voce di uno che grida… Preparate…». Il Regno di Dio non scende dall’alto, ma esige collaborazione di tutti. Il messaggero Giovanni è un inviato che prescinde da ogni istituzione religiosa e con il battesimo chiede una vita nuova, di conversione, di cambiamento.
Leggiamo che la gente accorreva per questo battesimo.
C’era e c’è sete di cambiamenti veri. Giovanni si presentava come un profeta con il suo modo di vestire, di mangiare, di vivere. Un uomo coerente e vero. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali». L’espressione del Battista non è un attestato di umiltà, ma qualcosa di più profondo. Qui c’è un’allusione a tre testi: al libro della Genesi, a quello di Ruth e al Deuteronomio che fanno riferimento a una pratica chiamata del Levirato, da Levir, che significa “cognato”.
Una pratica antichissima che richiedeva che quando una donna rimaneva vedova senza figli, il cognato aveva l’obbligo di metterla incinta. Se si rifiutava, colui che aveva diritto dopo di lui procedeva alla cerimonia chiamata “dello scalzamento”: scioglieva il legaccio dei sandali e sputava a voler dire ’il tuo diritto su questa donna passa a me’. La proclamazione del Battista si presenta allora più profonda.
Giovanni ha battezzato con acqua, qualcosa di esteriore all’uomo, «ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». L’azione di Gesù è un’immersione profonda, intima, interiore, nella stessa vita divina. Ecco la novità: la relazione con Dio non è pura osservanza di norme, ma accoglienza del suo amore.
Questo ci ricorda Giovanni: di fissare lo sguardo sull’amore di Gesù.