Domenica 10 novembre – 32ª domenica Tempo Ordinario – Anno B
L’AMORE NON FA CALCOLI SI ABBANDONA A DIO. 1Re 17,10-16; Salmo 145; Eb 9,24-28; Mc 12,38-44
In questo brano del vangelo di Marco Gesù esprime un giudizio severo nei confronti degli scribi, i maestri della Legge, che avevano diritto e dovere di insegnare in Israele ai fedeli ebrei il suo vero significato. Egli li rimprovera per la loro condotta incoerente rispetto a quello che insegnavano, per la loro vanità che li portava a pavoneggiarsi in lunghe vesti e a mettersi ai primi posti delle sinagoghe per farsi notare e per la loro avidità, facendosi pagare lautamente le loro prestazioni, senza tener conto delle disponibilità economiche di chi avevano di fronte. Nel Vangelo è riportato che “divoravano le case delle vedove”, categoria che ai tempi di Gesù era simbolo di povertà, solitudine e bisogno. Sono ritenuti da Gesù ipocriti perché si sottraggono ai doveri morali e sociali mentre con preghiere vogliono mostrare la loro religiosità.
Essi si illudono di amare Dio e il prossimo, mentre non fanno altro che amare se stessi e perseguire il loro tornaconto. Gesù elogia la povera vedova che getta nel tesoro del tempio due spiccioli, ma essendo tutto quello che possedeva era molto di più delle laute oblazioni fatte dai ricchi, elargite con l’intento di farsi notare.
Materialmente l’obolo della vedova è molto modesto, ma dal momento che è tutto quello che ha vale molto di più di quelle fatte dai ricchi, che hanno donato solo il loro superfluo. Con questo episodio Gesù ci vuole insegnare che la vera religiosità consiste nel donarsi a Dio, nel fidarsi di lui, nell’affidarsi a lui, nel mettersi nelle sue mani.
La vedova fa questo privandosi del poco che aveva per il suo sostentamento. Aveva due monete, se ne poteva tenere una, invece le dona entrambe. La sua è la fede di chi si abbandona alla misericordia di Dio. Lei si sente amata da Dio e ricambia questo amore. Dietro questo gesto Gesù vede il cuore che ama in modo totale il Signore.
La vedova diventa il modello dell’autentico donatore, il simbolo della gratuità, perché in quel “niente” donato c’è il dono di tutto, perché è dono di sé. L’amore non fa calcoli e ciò che si dona non ha bisogno di essere mostrato perché non è fatto per essere ringraziati. Il gesto della vedova del Vangelo ci insegna a fidarci di Dio e a saper donare con il cuore e con generosità. Chiediamo al Signore di accrescere la nostra fede e il nostro amore per lui e di avere un cuore ricolmo di carità, di attenzione per gli altri, perché questa è la sola ricchezza che conta agli occhi di Dio.