Domenica 17 novembre – 33ª domenica Tempo Ordinario – Anno B

CRISTO È L’ALFA E L’OMEGA IL PRINCIPIO E LA FINE

Dn 12,1-3; Salmo 15; Eb 10,11-14.18; Mc 13,24-32

Ci avviciniamo alla fine dell’anno liturgico. Il Vangelo di questa 33esima domenica ci fa ascoltare una parte del discorso su quanto accadrà alla fine dei tempi.

Questo linguaggio va capito per non cadere in interpretazioni fantasiose e a volte pericolose. Il Vangelo ci porta un annuncio di speranza e di gioia, perché la fine dei tempi non coinciderà con la distruzione, ma con il ritorno di Cristo che verrà a radunare i suoi eletti e instaurerà in modo definitivo il suo Regno di pace, d’amore e fraternità. Lo diciamo ogni volta che celebriamo la Messa: «Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua resurrezione, nell’attesa della tua venuta». Il cristiano non attende la fine del mondo, attende la venuta del Signore. Non attende la catastrofe cosmica, ma una nuova creazione in Cristo che è l’alfa e l’omega, il principio e la fine. Meglio sarebbe dire “il fine” di tutta la storia.

Nel frattempo in questo nostro tempo siamo invitati a vivere in atteggiamento di discernimento e vigilanza.

Siamo chiamati a un’attesa operosa perché questo Regno di Dio si compirà in un giorno e in un’ora che non ci è dato conoscere. In realtà è già presente in mezzo a noi, è già misteriosamente operante. Dobbiamo imparare a riconoscervi i germogli, le fioriture discrete, imparare a prendercene cura.

Ecco, allora, la parabola del fico presente nel Vangelo del 17 novembre. Il cristiano è colui che, dopo aver attraversato l’inverno, subito si accorge della primavera in arrivo, vedendo rinascere la vita su quei rami secchi che sembravano essere morti.

La liturgia ci invita a riflettere sulle grandi domande della vita: chi siamo? Da dove veniamo? Verso dove andiamo? Sul senso del nascere, del vivere, del morire. Le risposte a queste domande non le troveremo in messaggi o apparizioni, non le troveremo nella scienza o in teorie parascientifiche. Le troveremo solo in Cristo e nella sua Parola, nel Vangelo, in quella Parola che Gesù stesso ci ha assicurato «non passerà mai».

Restiamo allora saldi nella fede in Cristo, uniti nella Chiesa. Cerchiamo di vivere ogni giorno con fede e con amore. Solo così potremo guardare al futuro con serenità e ritrovare gioia e speranza, rinnovando la nostra capacità di amare come Gesù ha fatto.