Domenica 17 novembre – 33esima domenica Tempo Ordinario – anno C
Domenica 17 novembre - 33esima domenica Tempo Ordinario - anno C Essere servi fedeli e vigilanti nell’attesa del SignoreMl 3,19-20; Salmo 97; 2Ts 3,7-12; Lc 21,5-19
Ci stiamo avviando velocemente alla fine dell’Anno liturgico (penultima domenica) e la Parola di oggi ci porta a riflettere e a vivere sin d’ora nell’attesa delle realtà ultime che ci riguardano. Realtà ultime non significa che dopo la fine di questo mondo non dobbiamo aspettarci altro. Tutto il contrario.
La fine dei tempi e anche della storia umana cede il posto al mondo nuovo, rinnovato da Dio. Sarà un mondo perenne, non più soggetto al peccato e alla corruzione, ma avvolto nella realtà di Dio, in cui lui “sarà tutto in tutti noi” (Apocalisse) e quindi caratterizzato dalla vita eterna, dall’amore, dalla gioia, dalla pace, senza alcun male, nella realizzazione della felicità vera e piena a cui la nostra vita aspira.
Gli apostoli parlano con ammirazione del tempio di Gerusalemme, ma Gesù dice loro che questo tempio, a causa del peccato di Israele, sarà distrutto e mai più ricostruito. La fine del tempio diventa così il segno della fine del mondo che, imbevuto di peccato, non può restare per sempre, ma deve lasciare il posto al mondo vero e nuovo, voluto da Dio, nella giustizia e nella verità secondo il suo disegno.
Nel brano evangelico Gesù parla ampiamente dei segni che annunciano la fine di questo vecchio mondo. Segni che avvengono e si ripetono in ogni periodo storico: guerre, rivoluzioni, orgoglio ed egoismo sorgenti da ingiustizie e sofferenze: terremoti, carestie, pestilenze… I credenti in Cristo saranno comunque perseguitati e questo non ci deve fare paura perché saranno occasioni forti per dare testimonianza a Cristo unico Salvatore.
San Paolo, nella seconda lettura, scrivendo ai cristiani di Tessalonica, li invita a correggere certe deviazioni che si erano formate nella loro mente e di conseguenza nel loro modo di vivere. Siccome in loro era vivo il senso della venuta finale di Cristo, molti si erano lasciati andare dal vivere in modo fervente (tanto Cristo era alle porte) e così si comportavano in modo superficiale e vagabondo. L’apostolo fa capire che era un modo sbagliato di vivere nell’attesa del giorno del Signore, e invita ognuno a comportarsi con impegno nei propri doveri di fede: pregare, lavorare in pace, essere servi fedeli e vigilanti nell’attesa del Signore, secondo le tante espressioni del Vangelo.