Domenica 18 marzo – 5ª Domenica di Quaresima – Anno B
Domenica 18 marzo - 5ª Domenica di Quaresima - Anno B Dal sacrificio di Cristo è nato il nuovo popolo di DioGer 31,31-34; Sal 50; Eb 5,7-9; Gv 12,20-33
A pochi giorni dalla Settimana Santa e dal Triduo Pasquale, i testi della Messa di domenica prossima annunciano la morte di Gesù e i suoi frutti di salvezza.
Nella prima lettura, il profeta Geremia preannuncia la nuova alleanza, diversa da quella conclusa da Dio con il popolo ebraico dopo l’uscita dall’Egitto: questa aveva comandamenti incisi su tavole di pietra; la nuova alleanza, invece, sarà “dentro di loro”: “La scriverò sul loro cuore”. Da essa nascerà il nuovo popolo di Dio: “Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo”.
Grazie a questa legge nel cuore, si realizzerà la salvezza come “conoscenza” di Dio, fondata sul perdono: “Tutti mi conosceranno… poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato”. “Conoscenza”, nel linguaggio biblico, significa unità profonda: la legge di Dio posta nel cuore, producendo il perdono dei peccati, fa sì che l’uomo della nuova alleanza abbia in sé la presenza di Dio, che sarà davvero un cuore solo e un’anima sola con i suoi eletti.
Il Vangelo di Giovanni ci porta agli ultimi giorni precedenti la passione e morte del Signore; Gesù stesso lo annuncia: “È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato”; dove per glorificazione egli intende la sua morte. Lui è “il chicco di grano” che, “se muore, porta molto frutto”. È questa la strada che Gesù indica anche a chi lo vuole servire: “Se uno mi vuole servire, mi segua” – s’intende sulla croce – “e dove sono io, là sarà anche il mio servitore”.
Di fronte alla prospettiva della morte in croce, Gesù è turbato, ma non cambia la sua volontà di salvezza: “Padre, glorifica il tuo nome”. Dal cielo giunge la risposta del Padre che garantisce al Figlio la “glorificazione”. La gente non capisce e Gesù spiega: la sua morte è “il giudizio su questo mondo”; è la sconfitta del “Principe di questo mondo”, il demonio, che “sarà gettato fuori”.
E l’autore della sconfitta del demonio e della salvezza dell’umanità è proprio Cristo in croce: “Io, quando sarò innalzato da terra – cioè innalzato sulla croce –, attirerò tutti a me”. Su questo riflette il brano della lettera agli Ebrei: dalla croce “Cristo offrì preghiere e suppliche… a Dio e venne esaudito”. Preghiere e suppliche non per la sua salvezza, ma per la salvezza del mondo. Per questo, poiché “imparò l’obbedienza… divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono”.
Ecco svelato il mistero della Croce e della salvezza: Gesù ha sconfitto il demonio ed è il salvatore, in virtù del suo sacrificio in croce, accettato per obbedienza al Padre. Ora la salvezza è giunta e la possono ottenere tutti quelli che, con Cristo e come Cristo, si fanno obbedienti al Padre. Dal sacrificio di Cristo sono nati così la nuova alleanza, e il nuovo popolo di Dio che “conoscerà” Dio, sarà perdonato dai peccati e avrà la sua legge scritta nel cuore. Tutto questo grazie alla morte obbediente di Gesù sulla croce.