Domenica 2 aprile – Le Palme – San Francesco da Paola – Anno A

Domenica 2 aprile - Le Palme - San Francesco da Paola - Anno A LA FINE DEL VECCHIO MONDO NELLA MORTE DI GESÙMt 21,1-11; Is 50,4-7; Sal. 21; Fil 2,6-11; Passione: Mt 26,14 27,66

Fin dall’inizio, il Gesù di Matteo rifiuta la violenza e rimprovera Pietro per aver impugnato la spada (26,52). “Molte donne” intervengono in questa Passione e ci confidano i loro sogni. Questo racconto di Matteo – la Risurrezione – va inserito nel contesto di tutto il suo Vangelo dove le parti narrative vanno collegate ai “cinque” discorsi. In questo modo Gesù di Nazaret non appare unicamente come maestro, legislatore e giudice, ma anche come l’Emmanuele, Dio con noi.

Le promesse di Dio dell’Antico Testamento trovano compimento in Cristo, in colui che, in modo unico, si fa presenza salvifica e operante. “Il fare” e le opere sono frutto di un imperativo che sempre deve cedere il passo all’“indicativo”: la salvezza ci è arrivata gratis, come un dono inaspettato, per opera della morte di Gesù (20,28).

Infatti «il Figlio dell’uomo non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Appartenere alla Chiesa di Cristo non è una polizza di assicurazione, ma una bella e tremenda responsabilità.

Cristo appare come un maestro maestoso, superiore al dolore, all’ira, all’ammirazione e allo sconcerto. «Gesù Maestro, abbi pietà di me». Quell’uomo a penzoloni sulla croce si chiama Gesù. In sogno aveva detto un angelo a Giuseppe: «Egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

Anche nell’ultima Cena troviamo la premessa per capire questo racconto di morte-risurrezione. «Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro dicendo: ‘Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati’ (26,27-28)». «Per il perdono dei peccati»: espressione di Matteo che risalta la libera consegna di Gesù alla morte.

Giuda se ne va al suo destino confessando di aver «tradito sangue innocente». La moglie di Pilato, in sogno, era rimasta turbata per causa del giusto Gesù e cercò di salvarlo. Tutti i sogni in Matteo erano venuti per salvare. Maria si salvò, anche Gesù due volte, ma alla terza volta no. Pilato ipocritamente si lavò le mani e non volle ascoltare sua moglie. D’altra parte, tutto il popolo unanime rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». Tremenda automaledizione. Alla morte di Gesù, dopo che il velo del tempio si squarciò, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi risuscitarono (vv. 51-52).

La morte di Gesù mostra il suo carattere definitivo: la fine del vecchio mondo e l’irruzione del nuovo si incrociano.

Forza e coraggio, guarda in faccia il Crocifisso. Il Venerdì Santo andrai a baciarlo? Santa Pasqua.