Domenica 22 luglio – 16esima domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Domenica 22 luglio - 16esima domenica del Tempo Ordinario - Anno B Lasciamoci portare su pascoli erbosi e ad acque tranquilleGer 23,1-6; Sal 22; Ef 2,13-18; Mc 6,30-34

Su uno scenario di monti, di steppe e di piccoli spazi di verde, si intravede un gregge disperso e senza meta, abbandonato ai predatori, alle belve, alla sete e alla fame. Così, il profeta Geremia vede entrare in scena un pastore dalla voce forte, dal progetto chiaro e giusto, dalla mano ferma come quella di Davide. Egli raduna quel gregge votato alla morte, lo raccoglie in una terra sicura e lo regge con giustizia e amore.

Sullo scenario della Galilea, si vede una folla in movimento, ansiosa, senza una guida, in ricerca affannata di qualcuno e di qualcosa. È proprio simile a un “gregge senza pastore”. Gesù è in un luogo. Idealmente, il testo evangelico di questa domenica si collega a quello di domenica scorsa. Dopo l’invio in missione dei dodici da parte di Gesù, ora si racconta il loro ritorno. Gli apostoli tornano da Gesù e gli raccontano quanto è accaduto durante la loro missione.

Alle loro parole segue l’invito del Signore di ritirarsi con lui in disparte a riposare. Sì perché, non siamo eroi, le nostro vite sono fragili e le energie limitate. Gesù vuole bene ai suoi discepoli, non li vuole spremere. Venite in disparte con me, per un po’ di tempo tutto per noi. Un tempo per stare con Dio e imparare il cuore di Dio.

Quando l’invito al riposo è raccolto e concretizzato, ecco che la folla numerosa che li segue suscita in Gesù una compassione così profonda che egli cambia i suoi programmi, ma non quelli dei suoi amici; rinuncia al suo riposo, non al loro e si mette nuovamente a insegnare. Ecco il primo pane che il Messia offre alla folla affamata e smarrita: il pane della parola. A che serve infatti il pane, se non c’è una “parola”, un senso e un ideale, per cui vale la pena sudarlo e assaporare la gioia di gustarlo?

“Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla”: ha proprio ragione Paolo quando scrive: “Egli è la nostra pace… è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini”. Lasciamoci portare su pascoli erbosi e ad acque tranquille perché sia Lui a rinfrancare la nostra anima.