Domenica 23 giugno – Corpus Domini – anno C
Domenica 23 giugno - Corpus Domini - anno C L’Eucaristia è un dono ricevuto. A sua volta donatoGen 14,18-20; Salmo 109; 1Cor 11,23-26; Lc 9,11-17
È festa, oggi, perché è il dies Domini, il giorno del Signore, e ancor più perché è la solennità del Suo Corpo e Sangue. Il Corpus Domini è il banchetto del Re a cui siamo invitati dalla Sua predilezione: è il pane degli angeli, il pane dei pellegrini, il vero pane dei figli.
La presenza di Gesù nell’Eucaristia è la più grande e straordinaria delle Sue presenze, perché tocca la materia, il pane e il vino, ma anche la più difficile perché chiede di vedere oltre, con gli occhi della fede. La fatica del credere non è ostacolo, ma occasione per una più chiara manifestazione del Signore risorto. L’Eucarestia: miracolo e mistero; presenza e nascondimento.
La Chiesa è nata proprio nel momento in cui Gesù si è donato al Padre per amore dei fratelli: un dono anticipato alla vigilia della sua passione e consumato nella sua morte e resurrezione. Quel pane è la promessa realizzata di Gesù di rimanere con noi fino alla fine del mondo. Mi chiedo se il segno dell’Ostia consacrata, quel piccolo pane bianco, sia abbastanza eloquente, evocativo, comunicativo.
Una cosa è certa. Quel pane provoca la nostalgia di Dio. “Dio nessuno l’ha mai visto”. È parola Sua. “Solo il Figlio lo ha rivelato”. Ora, nel tempo della Chiesa e nei giorni degli uomini, anche il Figlio è “velato” nei segni. Eppure quello squarcio si apre – ancora una volta – alla nostalgia di Dio.
Vorrei ricordare un volto – tra i tanti – per il rapporto vissuto con l’Eucaristia. Annalena Tonelli, originaria di Forlì, medico, laica, missionaria. È morta a Boroma, in Somaliland, uccisa a colpi di arma da fuoco, domenica 5 ottobre 2003. Annalena non poteva vivere senza il corpo del Signore. Fin dal 1971 aveva avuto il permesso di conservare l’Eucaristia presso di sé. Ricorda monsignor Bertin, vescovo di Gibuti e già missionario in Somalia: “L’ultima Messa che celebrai con lei fu nell’agosto 2003. Cambiai l’Ostia consacrata e le lasciai una parte dell’Ostia grande della Messa. È questa Ostia che, dopo l’uccisione di Annalena, padre Sandro, mio vicario, ritrovò dopo un’attenta ricerca, dentro un armadio, in un sacchetto di pelle morbida, insieme a una croce francescana, dentro un purificatoio”. E queste le parole di Annalena, nel suo diario: “Ora la casa ha il suo Padrone. La sicurezza e la pace che dà la sua presenza, stanno diventando la forza e l’equilibrio della mia vita. Lui mi dice: vieni a stare con me. Io soltanto posso tutto. Ora conosco la sua voce meglio della mia, meglio dei miei pensieri”.
L’Eucaristia non può esaurirsi entro le mura del tempio, ma tende necessariamente a varcarle per diventare impegno di testimonianza e servizio di carità. Quando l’assemblea si scioglie e si è rinviati alla vita, è tutta la vita che deve diventare dono di sé. L’Eucarestia è un dono ricevuto che diviene dono a sua volta.