Domenica 24 maggio – Ascensione del Signore – Anno A
Domenica 24 maggio - Ascensione del Signore - Anno A Con l’Ascensione di Gesù al Cielo inizia il tempo della ChiesaAt 1,1-11; Salmo 46; Ef 1,17-23; Mt 28,16-20
La Liturgia pasquale ci porta a celebrare e a vivere la Festa solenne dell’Ascensione di Cristo al Cielo. È il momento conclusivo della Pasqua del Signore su questa terra, come testimonianza data agli Apostoli e ai discepoli da Lui prescelti della sua vittoria sul peccato e sulla morte. Gesù vincitore sui nemici dell’uomo ritorna definitivamente presso il Padre nello Spirito Santo, ma anche come uomo. Nell’umanità di Cristo siamo chiamati tutti noi a raggiungere questa dimensione infinita a cui il nostro cuore aspira.
L’opera di Gesù è presentata da Luca (prima Lettura) come un’ascensione ( dalla Galilea a Gerusalemme e da Gerusalemme al Cielo) e come un “esodo” che con l’Ascensione si compie perché avviene il passaggio definitivo (Pasqua) al Padre. Ora ci attende il tempo scelto dal Padre per l’ultimo esodo, il passaggio della storia nell’eterno, la Pasqua del creato in Dio, l’ascensione dell’umanità nell’abbraccio di Dio.
San Paolo (seconda Lettura) c’invita a benedire Dio per il meraviglioso disegno realizzato da Gesù in nostro favore. Il Signore ci dona la capacità di capire e di amare ciò che Egli ha realizzato per noi con straordinaria e infallibile potenza: la risurrezione, l’ascensione, la sovranità di Cristo su tutto, che manifestano l’infinita gloria di Dio con la vittoria sulla morte e su qualsiasi potenza oscura del male. La paura non ha più alcun motivo d’insinuarsi in noi perché Cristo regna fin d’ora e ci è sempre accanto.
Con l’Ascensione di Gesù al Cielo inizia il tempo della Chiesa, chiamata ad andare nel mondo, presso tutti i popoli ad annunciare il Vangelo della salvezza che si vive aderendo e credendo in Gesù Salvatore, accogliendo la sua Parola di vita e testimoniandola nella realtà di ogni giorno. Sappiamo bene che questo è il servizio più grande che Cristo ha affidato alla Chiesa della quale siamo parte viva. Questo annuncio del Vangelo incontra ostacoli e persecuzioni, come è accaduto a Gesù.
Proprio nella nostra testimonianza, vissuta senza paura anche in questo periodo di pandemia, sta la nostra forza. Non dobbiamo temere se il male si scaglia contro i cristiani veri e forti, chiamati in molti anche oggi, alla suprema testimonianza del martirio. È proprio in questa situazione, apparentemente inaccettabile, che si rivela la sconfitta di Satana da una parte e lo spandersi del Regno di Dio dall’altra perché “ il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani” ( Tertulliano).
“Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Pur invisibile ai nostri occhi, Gesù resta per sempre il compagno di cammino della Chiesa e dell’umanità nell’efficacia della sua Parola, nella forza dei Sacramenti e nell’amore vissuto in particolare verso gli umili, i piccoli e i poveri nei quali Cristo si identifica. Questo cammino di fede si aprirà un giorno per noi, come per Gesù, alla meta gloriosa della vita eterna.
La Festa dell’Ascensione deve svegliare in noi una struggente nostalgia del Cielo, vera patria e vera casa per ogni uomo. Dovremmo desiderare di continuo che si sveli a tutti noi il volto di Dio. Purtroppo spesso avvertiamo il peso della nostra umanità ferita e sempre insidiata dal peccato, che ci tiene in basso, ci tarpa le ali, suscita stanchezza e sfiducia.
Come possiamo arrivare a gioire per realtà che non sono terrene e sfuggono all’esperienza sensibile? Abbiamo bisogno dello Spirito Santo che susciti in noi la fede e l’amore per le realtà divine, future e permanenti. Lasciamoci guidare dalla santa gioia che lo Spirito Santo infonde in noi per la vita eterna, infinitamente più grande delle nostre povere attese umane.