Domenica 26 novembre – 34esima Domenica Tempo Ordinario (Anno A) – Cristo Re

Domenica 26 novembre - 34esima Domenica Tempo Ordinario (Anno A) - Cristo Re Il segreto per ogni persona: trovare Cristo significa trovare se stessiEz4,11-12.15-17; Sal 22; 1Cor 15,20-26.28; Mt 25,31-46

Questa non è una parabola, ma una descrizione profetica dell’ultimo giudizio: intorno al Figlio dell’uomo, nella gloria, un’assemblea universale che raccoglie insieme il cielo e la terra, gli angeli e le genti. È Gesù a separare.

Michelangelo nella Cappella Sistina ci fa contemplare il giudizio finale come attraverso una parete aperta su un lembo di terra e di acqua e su un immenso cielo sereno di azzurro lapislazzuli. Entro questo scenario un grandioso vortice di figure, riunite in gruppi e sottogruppi, con innumerevoli espressioni, pose, gesti, movimenti, sembra ruotare intorno al Cristo Giudice, perno di tutta la composizione.

Il Giudizio Universale coincide con quella che il Vangelo chiama “risurrezione di vita” e “risurrezione di condanna” (Gv 5,29) e indica l’estendersi alla totalità dell’uomo della salvezza o della perdizione definitiva. Michelangelo ha fissato il momento di inaudita tensione che precede la sentenza definitiva; momento sospeso tra giustizia e misericordia. Dio è giudice in quanto è la nostra stessa vita, il nostro vero bene. Egli si dona a noi in Cristo e ci costringe a di ogni giorno scegliere.

Trovare Cristo è trovare se stessi; perdere Cristo è perdere se stessi. Questa scelta fondamentale si costruisce attraverso le scelte concrete di ogni giorno; diventa definitiva e pienamente manifesta nella morte; diventa totale ed estesa a tutte le dimensioni della persona al termine della storia comune dell’umanità. Tutti siamo creati in Cristo e tutti stiamo andando verso di lui: sta a noi scegliere se andare a lui nell’amore o nel terrore.

Dov’è Dio? Chi l’ha mai visto? Domande terribili che percorrono la storia dei singoli e dell’umanità, soprattutto quando gli eventi ci superano e sembra venir meno ogni fondamento; quando a crollare sono i muri di sotto. Un giorno queste domande avranno una risposta, ma sarà “alla fine”. E il segno della presenza di Dio, della sua visibilità, ci sarà mostrato “nei più piccoli”.

La salvezza e la perdizione sono definite con due verbi di movimento: la salvezza è “venire” verso Gesù, la perdizione è allontanarsi da Lui.

Se un anno liturgico si chiude, uno nuovo si apre. Per grazia ci è dato ancora del tempo. L’oggi preme alla nostra porta. A noi scegliere la direzione dell’avvicinarci o dell’allontanarci dal Signore Gesù che è la stessa del farci prossimi o estranei agli altri.